IL BLOG DEI CENACOLI ATTIVO PER DARE PACE E AMORE. VISITA IL SITO www.cenacolidimaria.it
venerdì 25 ottobre 2013
La Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia

L’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia (23-25 ottobre 2013) si è aperta ieri, mercoledì 23 ottobre, alle 8:00 di mattina, con una solenne Eucaristia celebrata nella Basilica di San Pietro, presieduta dall’Arcivescovo di Sydney, il cardinale Gorge Pell. Successivamente, i partecipanti si sono trasferiti alla Domus Pacis, dove si sono svolti i lavori dell’Assemblea.
Il Presidente del Pontificio Consiglio, Monsignor Vincenzo Paglia, ha inaugurato i lavori, con l’intervento con il titolo: ”Visioni, sfide, prospettive e programma di lavoro del Pontificio Consiglio per la Famiglia”. Mons. Paglia ha esordito riferendosi alla “situazione paradossale” che la famiglia vive attualmente, dato che, da un lato, «si attribuisce un gran valore ai vincoli famigliari” e dall’altro “la famiglia si è convertita nel crocevia, nel dilemma di tutte le fragilità». «Ci troviamo davanti ad una disintegrazione antropologica – ha detto il Presidente – che conduce alla distruzione della famiglia»; c’è una «impennata di individualizzazione» nella società, che comporta, per esempio, la preferenza della convivenza al matrimonio.
Il Presidente del Dicastero ha espresso l’auspicio che la famiglia torni ad essere al centro dell’interesse della politica, della cultura e dell’economia. L’obiettivo di Papa Francesco nel convocare un Sinodo straordinario per la famiglia, va colto proprio sotto questo criterio. «La Chiesa – ha continuato mons. Paglia – ha il dovere di comunicare la buona notizia della famiglia», che, nonostante gli attacchi, resta “indistruttibile”, perché iscritta tra i bisogni fondamentali della natura umana. Infine, ha sottolineato la necessità di reimpostare la pastorale della famiglia e del matrimonio, per poter rispondere alle esigenze dell’«uomo contemporaneo globalizzato». In questo modo, mons. Paglia ha ricordato anche la situazione dei divorziati risposati e la complessità dei processi d’annullamento matrimoniale.
Dopo un proficuo dialogo con interventi dall’assemblea, è intervenuto il Sottosegretario del Dicastero, Monsignor Carlos Simón Vázquez, che ha presentato il lavoro del Dicastero dall’ultima Assemblea Plenaria, due anni fa. Ha iniziato mettendo in luce l’importanza e l’urgenza della testimonianza di famiglie unite in Cristo, in un contesto attuale, dove il valore e il concetto stesso di famiglia sono sempre più diluiti e sottovalutati.
Monsignor Simón Vázquez ha mostrato come negli ultimi anni il Pontificio Consiglio ha lavorato sul tema della famiglia come soggetto e risorsa per la Chiesa e per la società. «La famiglia deve ritornare ad essere il centro della fede,del pensiero, della cultura, della politica, dell’economia e del diritto». Per questo, il Dicastero si è impegnato a promuovere una riflessione sulla Carta dei Diritti della famiglia in occasione del suo trentesimo anniversario. Uno degli eventi promossi dal Dicastero nel corso di quest’anno è stato il Congresso internazionale dei Giuristi Cattolici, nel quale si è ribadito come la famiglia sia vero e proprio «soggetto di diritti sociali».
Nella serata, si è svolto il lavoro collegiale per gruppi linguistici e la messa in comune dei contributi di riflessione. La giornata è terminata con la preghiera dei Vespri.
“Un'altra Europa è possibile”: in un libro, i 20 anni di mons. Giordano nelle strutture europee
“Un'altra Europa è possibile”: in un libro, i 20 anni di mons. Giordano nelle strutture europee




R. - A me sembra che la questione sia quella della libertà. L’Europa ha maturato nei secoli e negli ultimi decenni un grande amore per la libertà: però oggi noi vediamo che la libertà che si afferma sui nostri sentieri è una libertà fortemente individualistica, che è centrata su un “io” che si ingigantisce sempre di più. Credo che allora dobbiamo riprendere e approfondire il concetto di libertà, fino a scoprire che, in realtà, la libertà è il luogo del rapporto con l’altro, il luogo del rapporto anche con il tutt’altro e quindi anche il rapporto con la nostra origine e con Dio. Quindi, dobbiamo superare un’Europa che si richiude su se stessa a livello culturale, dove l’“io” vuole decidere tutto, anche decidere il proprio sesso, decidere come fare i figli, decidere su tutti i valori. Per riscoprire, invece, che la libertà è un luogo che è costituito dal rapporto con un Padre, dal rapporto con l’altro e dal rapporto con dei valori che esistono in se stessi. Non tocca a noi decidere il valore della vita, ma dobbiamo scoprire il mistero della vita; non tocca a noi inventarci la bontà o inventarci la verità, dobbiamo scoprire che esiste una verità, che esiste una bontà e che esiste una bellezza.
D. - Mons. Giordano, negli ultimi anni si è parlato moltissimo di crisi economica: è stato doveroso farlo anche perché a pagarne il prezzo sono stati i cittadini… Ma come avere uno sguardo non ristretto anche sui temi economici?
R. - Credo che gli elementi nuovi per l’aspetto economico siano l’elemento della giustizia, l’elemento etico, l’elemento della solidarietà e l’elemento della gratuità. L’Europa ha avuto un grande ruolo a livello economico, oggi però sembra che siamo deboli anche su questo e allora credo che solo un’economia che riscopra la solidarietà e che abbia il coraggio della solidarietà, potrebbe essere un’Europa in grado di tornare a dire qualcosa veramente all’umanità.
D. – Papa Francesco è arrivato a scuotere le coscienze in quella che ci ha insegnato a definire la “globalizzazione dell’indifferenza”. Lei, che da anni vive nel cuore dell’Europa, cosa può dirci di come si vive nel cuore delle istituzioni la scossa che Papa Francesco sta dando al mondo? Una scossa cominciata con l’annuncio del nome scelto: Francesco …
R. - Vedo nella mia esperienza, anche presso le istituzioni europee, un grande interesse e una grande simpatia per la figura e per la proposta che viene da Papa Francesco. Davanti a un’Europa e davanti a un mondo che sembra non trovare dei sentieri di novità, la figura del Papa oggi appare sempre di più una figura di riferimento e anche un segno di speranza, perché è la speranza che spesso manca sulle nostre strade. Trasmette l’intuizione che l’umanità può percorre degli altri percorsi: non siamo obbligati a camminare sempre su certe strade; non si è obbligati a risolvere il problema tra i popoli con la violenza; non siamo obbligati ad impostare dei rapporti tra i popoli basati sul commercio delle armi; non siamo obbligati a lasciar morire di fame intere popolazioni. Si intuisce nel suo messaggio che se l’uomo torna alla sua radice più profonda e anche la Chiesa ritorna a riscoprire veramente la sua vocazione più bella e più profonda, questa è una novità. Qualche giorno fa c’è stato al Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa un dibattito sulle migrazioni e il Papa è stato citato per le sue parole sul primato della persona. E’ stato ricordato il suo viaggio a Lampedusa, dove il Papa ha affermato che la persona ha la priorità e che quindi tutto il resto deve ruotare intorno a questa priorità. Ecco, questo mi sembra che crei novità politica e crei novità anche per le economie.
D. - C’è una parabola da raccontare in relazione a questi 20 anni che lei ha trascorso prima al Consiglio delle Conferenze episcopali europee e poi come osservatore permanente a Strasburgo?
R. - Io ho visto un’Europa che si confrontava con la caduta del muro, un’Europa che è caduta nel baratro della guerra dei Balcani e poi un’Europa che è stata sfidata sempre di più dalla globalizzazione, con i nuovi temi globali, come la crisi energetica, come la crisi delle finanze, come la questione drammatica del terrorismo. Ecco, in questa storia dell’Europa che ho visto delinearsi, il problema che è sempre stato più chiaro è la ricerca di una luce. E questo cammino di ricerca - mi sembra - ci riapra il cielo azzurro sull’Europa: abbiamo avuto l’impressione che si tentasse di chiudere il cielo sull’Europa e adesso ci sono, invece, degli europei che vogliono riaprire il cielo e quindi riaprire una speranza, riaprire una trascendenza e soprattutto riaprire la questione di Dio. Oggi mi sembra che ci sia di positivo che riprendiamo un cammino in questo senso. Questa mi sembra un po’ la parabola che ho visto in questi anni.
D. - In questi anni si è parlato molto di un’Europa multiculturale, un’Europa che cambiava il volto, un’Europa che è nata cristiana, che ha le sue radici giudeo-cristiane anche se poi non sono state espresse nero su bianco, ma che ha assunto con le migrazioni volti molteplici diremmo così. Che dire di questo multiculturalismo?
R. - Mi sembra che la prima cosa sia ancora notare che se pensiamo alla grande Europa, all’Europa continentale, siamo 800 milioni di europei e tra questi 800 milioni, la più grande parte è battezzata: circa 600 milioni sono battezzati cristiani. Quindi mi sembra che Papa Francesco innanzitutto voglia risvegliare quel Battesimo che appartiene ancora alla gran parte degli europei. Io constato che in Europa si sa troppo poco del cristianesimo o si conoscono molte – direi – “maschere” del cristianesimo. Mi sembra che Papa Francesco voglia ridare all’Europa e al mondo il volto autentico del cristianesimo. Se i cristiani oggi in Europa riscoprono ciò che sono, saranno poi testimoni e evangelizzatori, saranno in grado di dialogare: sarà questo popolo che riscopre il suo essere, che poi sarà capace di fare una certa politica, sarà capace di difendere certi valori. Io ci credo senz’altro, perché credo nel Vangelo e nella sua forza.
PREGHIERE DELLA SERA

PREGHIERE DELLA SERA.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. |
TI ADORO, MIO DIO.Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questo giorno. Perdonami il male, oggi commesso e, se qualche bene compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.
PADRE NOSTRO. Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. AVE MARIA. Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu si benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen. GLORIA AL PADRE. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, nei secoli. Amen. ATTO DI DOLORE ![]() ![]() Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima mia agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia.L'ETERNO RIPOSO L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen. AL TERMINE DEL GIORNO Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode. VISITA, 0 PADREVisita, o Padre, la nostra casa e tieni lontano le insidie del nemico; vengano i santi angeli a custodirci nella pace, e la tua benedizione rimanga sempre con noi. Amen. ALL'ANGELO CUSTODEO Angelo Santo, che per infinita bontà di Dio sei chiamato a custodirmi, assistimi nei bisogni, consolami nelle mie afflizioni, difendimi dai nemici, allontanami dalle occasioni di peccato, fa' che io sia docile obbediente alle tue ispirazioni, proteggimi particolarmente nell'ora della mia morte, e non mi abbandonare fino a che non mi abbia guidato al mio celeste soggiorno in Paradiso. Amen. ANGELO DI DIO. Angelo di Dio, che sei il mio custode, illuminami, custodiscimi, reggi e governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. |
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. |
Il Papa: i cristiani prendano sul serio la propria fede, non vivano "all’acqua di rosa"
Il Papa: i cristiani prendano sul serio la propria fede, non vivano "all’acqua di rosa"




Prima e dopo Gesù. Papa Francesco ha svolto la sua omelia, prendendo spunto dal passaggio della Lettera ai Romani incentrato sul mistero della nostra redenzione. L’Apostolo Paolo, ha osservato il Papa, “cerca di spiegarci questo con la logica del prima e dopo: prima di Gesù e dopo di Gesù”. San Paolo considera il prima “spazzatura”, mentre il dopo è come una nuova creazione. E ci indica “una strada per vivere secondo questa logica del prima e dopo”:
“Siamo stati ri-fatti in Cristo! Quello che ha fatto Cristo in noi è una ri-creazione: il sangue di Cristo ci ha ri-creato. E’ una seconda creazione! Se prima tutta la nostra vita, il nostro corpo, la nostra anima, le nostre abitudini erano sulla strada del peccato, dell’iniquità, dopo questa ri-creazione dobbiamo fare lo sforzo di camminare sulla strada della giustizia, della santificazione. Utilizzate questa parola: la santità. Tutti noi siamo stati battezzati: in quel momento, i nostri genitori - noi eravamo bambini - a nome nostro, hanno fatto l’Atto di fede: ‘Credo in Gesù Cristo”, che ci ha perdonato i peccati’. Credo in Gesù Cristo!”.
Questa fede in Gesù Cristo, ha proseguito, “dobbiamo riassumerla” e “portarla avanti col nostro modo di vivere”. E ha aggiunto: “vivere da cristiano è portare avanti questa fede in Cristo, questa ri-creazione”. E con la fede, ha detto, portare avanti le opere che nascono da questa fede, “opere per la santificazione”. Dobbiamo portare avanti, ha ribadito, “la prima santificazione che tutti noi abbiamo ricevuto nel Battesimo”:
“Davvero noi siamo deboli e tante volte, tante volte, facciamo peccati, imperfezioni… E questo è sulla strada della santificazione? Sì e no! Se tu ti abitui: ‘Ho una vita un po’ così, ma io credo in Gesù Cristo, ma vivo come voglio’… Eh, no, quello non ti santifica; quello non va! E’ un controsenso! Ma se tu dici: ‘Io, sì, sono peccatore; io sono debole’ e vai sempre dal Signore e gli dici: ‘Ma, Signore, tu hai la forza, dammi la fede! Tu puoi guarirmi!’. E nel Sacramento della riconciliazione ti fai guarire, sì anche le nostre imperfezioni servono a questa strada di santificazione. Ma sempre questo è: prima e dopo”.
“Prima dell’Atto di Fede, prima dell’accettazione di Gesù Cristo che ci ha ri-creati col suo sangue – ha ripreso il Papa – eravamo sulla strada dell’ingiustizia”. Dopo, invece, “siamo sulla strada della santificazione, ma dobbiamo prenderla sul serio!” E, ha soggiunto, per prenderla sul serio, bisogna fare le opere di giustizia, opere “semplici”: “adorare Dio: Dio è il primo sempre! E poi fare ciò che Gesù ci consiglia: aiutare gli altri”. Queste opere, ha rammentato, “sono le opere che Gesù ha fatto nella sua vita: opere di giustizia, opere di ri-creazione”. “Quando noi diamo da mangiare a un affamato”, ha detto, “ri-creiamo in lui la speranza. E così con gli altri”. Se invece “accettiamo la fede e poi non la viviamo – ha avvertito - siamo cristiani soltanto a memoria”:
“Senza questa coscienza del prima e del dopo della quale ci parla Paolo, il nostro cristianesimo non serve a nessuno! E più: va sulla strada dell’ipocrisia. ‘Mi dico cristiano, ma vivo come pagano!’. Alcune volte diciamo ‘cristiani a metà cammino’, che non prendono sul serio questo. Siamo santi, giustificati, santificati per il sangue di Cristo: prendere questa santificazione e portarla avanti! E non si prende sul serio! Cristiani tiepidi: ‘Ma, sì, sì; ma, no, no’. Un po’ come dicevano le nostre mamme: ‘cristiano all’acqua di rosa, no!’. Un po’ così… Un po’ di vernice di cristiano, un po’ di vernice di catechesi… Ma dentro non c’è una vera conversione, non c’è questa convinzione di Paolo: ‘Tutto ho lasciato perdere e considero spazzatura, per guadagnare Cristo e essere trovato in Lui’”.
Questa, ha detto, “era la passione di Paolo e questa è la passione di un cristiano!” Bisogna, ha proseguito, “lasciare perdere tutto quello che ci allontana da Gesù Cristo” e “fare tutto nuovo: tutto è novità in Cristo!”. E questo, è stato l’incoraggiamento del Papa, “si può fare”. Lo ha fatto San Paolo, ma anche tanti cristiani: “non solo i santi, quelli che conosciamo; anche i santi anonimi, quelli che vivono il cristianesimo sul serio”. La domanda che, dunque, oggi possiamo farci, ha detto, è proprio se vogliamo vivere il cristianesimo sul serio, se vogliamo portare avanti questa ri-creazione. “Chiediamo a San Paolo – ha concluso Papa Francesco – che ci dia la grazia di vivere come cristiani sul serio, di credere davvero che siamo stati santificati per il sangue di Gesù Cristo”.
New Jersey, matrimoni gay imposti da un giudice

Si è consumato negli Stati Uniti l’ennesimo capitolo del dilagare coercitivo dell’omosessualismo. Dopo che a livello federale la Corte suprema statunitense ha deciso per l’incostituzionalità delle parti del Defense of marriage act (Doma) che definiscono il matrimonio come l’unione tra un uomo e una donna, adesso è la volta del New Jersey.
Venerdì 27 settembre, Mary Jacobson, giudice di una corte locale, prendendo spunto proprio dalla decisione della Corte suprema avversa al Doma, aveva stabilito che la legge del New Jersey che rende impossibile la ridefinizione del matrimonio è incostituzionale. Secondo quanto deciso, allo Stato del New Jersey si chiedeva di riconoscere i matrimoni omosessuali a partire dal 21 ottobre. Il governatore Chris Christie annunciò immediatamente un ricorso alla Corte Suprema statale, forte anche di una precedente decisione della medesima Corte, che con un voto di margine aveva negato il presunto diritto degli omosessuali ad essere riconosciuti come sposati. Il giudice Jacobson riteneva che ciò fosse discriminatorio per le coppie dello stesso sesso, con particolare riferimento all’accesso agli aiuti federali per le famiglie.
Va ricordato inoltre che Christie aveva posto il veto – prerogativa dei governatori – contro una legge che già nel febbraio scorso intendeva aprire ai matrimoni omosessuali nel New Jersey. A tale veto, Camera e Senato del New Jersey non riuscirono ad opporsi per mancanza dei voti necessari. Il governatore avrebbe accettato solo l’esito di un referendum popolare, anche in considerazione del fatto che già il New Jersey è dotato dell’istituto delle unioni civili. Secondo quanto emerso da sondaggi effettuati, il favore dei cittadini del New Jersey per il matrimonio gay scendeva ben al di sotto della maggioranza quando si spiegava che i diritti fondamentali erano già garantiti dalle leggi ordinarie e dalle stesse unioni civili.
Fino alla discesa in campo di Mary Jacobson, dunque, la situazione in New Jersey sembrava ferma al rifiuto del matrimonio omosessuale. Ma, come altre volte accaduto, la volontà popolare e dei rappresentati eletti è stata calpestata dall’attivismo di giudici compiacenti verso la lobby omosessuale.
Christie, infatti, aveva presentato regolarmente alla Corte Suprema statale il ricorso annunciato subito dopo la decisione del giudice Jacobson. Ricorso che la Corte aveva dichiarato di voler prendere in esame nel corso di audizioni che si sarebbero svolte a partire dal prossimo 6 gennaio. Nel frattempo, con un appello pendente, logica avrebbe voluto che gli effetti della decisione di Mary Jacobson fossero sospesi, in attesa del chiarimento definitivo da parte della Corte Suprema. Invece, quest’ultima ha stabilito che, fino a quando non si fosse arrivati al pronunciamento, nel New Jersey si sarebbero dovuti celebrare i matrimoni omosessuali. Nei fatti, un’implicita approvazione dell’operato del giudice Jacobson. A questo punto – e siamo arrivati all’esito negativo della vicenda risalente a pochi giorni fa – il governatore Christie ha deciso di ritirare il ricorso alla Corte Suprema proprio il 21 ottobre, giorno dell’entrata in vigore delle conseguenze della sentenza. Christie ha affermato che la decisione unanime della Corte di non voler sospendere gli effetti di tale sentenza esprime in modo chiaro la visione che la stessa Corte ha della costituzione del New Jersey e che a questo punto il matrimonio omosessuale è legge.
Il New Jersey è diventato in questo modo il quattordicesimo Stato degli Usa dove gay e lesbiche possono sposarsi. Così come l’approvazione delle unioni civili del 2006, anche questa arriva per volere del potere giudiziario. A tal proposito si è espresso Len Deo, Presidente del New Jersey Family Policy Council – «La Corte ha permesso ad un singolo giudice di decidere per un intero Stato», ha affermato Deo – sottolineando le preoccupazioni relative all’assenza di garanzie per l’obiezione di coscienza da parte di chi, per motivi morali o religiosi, non volesse celebrare i matrimoni tra coppie dello stesso sesso. Parole che non possono che essere pienamente condivise.
Chris Christie si è attirato non poche critiche dal mondo cristiano e conservatore degli Stati Uniti. Molte associazioni schierate in difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna – pur partendo dalla ferma condanna del modo di agire della Corte Suprema – hanno parlato di fallimento di un governatore che non ha saputo procedere convinto nella direzione opposta alla lobby gay. Christie era già stato oggetto di disapprovazione quando, lo scorso agosto, aveva firmato una legge che mette al bando le terapie riparative per adolescenti che manifestano attrazione per persone dello stesso sesso. Una decisione che limita la possibilità dei genitori di decidere per i propri figli e dunque la libertà di educazione. In quella occasione, Christie si espresse in questi termini: «La mia religione afferma che l’omosessualità è un peccato, ma io non sono d’accordo».
Al di là delle posizioni personali di Christie e di quello che si può pensare circa il suo coraggio, è impossibile negare che il governatore, in occasione della decisione del giudice Jacobson, si è trovato nella morsa dell’attivismo dei giudici, strumento spesso usato dai sostenitori del matrimonio omosessuale laddove volontà popolare e dei rappresentati eletti non collimano con la loro.
La vicenda del New Jersey è emblematica per molti aspetti. Innanzitutto, le unioni civili si sono dimostrate ancora una volta il primo passo di un percorso che prima o poi conduce al matrimonio omosessuale. La decisione di un singolo giudice, poi, ha avuto un’efficacia ben maggiore di quanto è nei poteri dei rappresentanti del popolo. Infine, un governatore, pur criticabile per alcuni aspetti, si è trovato a dover mollare dopo aver opposto il proprio veto ad una legge sul matrimonio omosessuale e aver presentato un ricorso contro un giudice.
Quando lo scenario è questo, non si può fare a meno di scomodare lo spettro di una vera e propria dittatura.
Venerdì 27 settembre, Mary Jacobson, giudice di una corte locale, prendendo spunto proprio dalla decisione della Corte suprema avversa al Doma, aveva stabilito che la legge del New Jersey che rende impossibile la ridefinizione del matrimonio è incostituzionale. Secondo quanto deciso, allo Stato del New Jersey si chiedeva di riconoscere i matrimoni omosessuali a partire dal 21 ottobre. Il governatore Chris Christie annunciò immediatamente un ricorso alla Corte Suprema statale, forte anche di una precedente decisione della medesima Corte, che con un voto di margine aveva negato il presunto diritto degli omosessuali ad essere riconosciuti come sposati. Il giudice Jacobson riteneva che ciò fosse discriminatorio per le coppie dello stesso sesso, con particolare riferimento all’accesso agli aiuti federali per le famiglie.
Va ricordato inoltre che Christie aveva posto il veto – prerogativa dei governatori – contro una legge che già nel febbraio scorso intendeva aprire ai matrimoni omosessuali nel New Jersey. A tale veto, Camera e Senato del New Jersey non riuscirono ad opporsi per mancanza dei voti necessari. Il governatore avrebbe accettato solo l’esito di un referendum popolare, anche in considerazione del fatto che già il New Jersey è dotato dell’istituto delle unioni civili. Secondo quanto emerso da sondaggi effettuati, il favore dei cittadini del New Jersey per il matrimonio gay scendeva ben al di sotto della maggioranza quando si spiegava che i diritti fondamentali erano già garantiti dalle leggi ordinarie e dalle stesse unioni civili.
Fino alla discesa in campo di Mary Jacobson, dunque, la situazione in New Jersey sembrava ferma al rifiuto del matrimonio omosessuale. Ma, come altre volte accaduto, la volontà popolare e dei rappresentati eletti è stata calpestata dall’attivismo di giudici compiacenti verso la lobby omosessuale.
Christie, infatti, aveva presentato regolarmente alla Corte Suprema statale il ricorso annunciato subito dopo la decisione del giudice Jacobson. Ricorso che la Corte aveva dichiarato di voler prendere in esame nel corso di audizioni che si sarebbero svolte a partire dal prossimo 6 gennaio. Nel frattempo, con un appello pendente, logica avrebbe voluto che gli effetti della decisione di Mary Jacobson fossero sospesi, in attesa del chiarimento definitivo da parte della Corte Suprema. Invece, quest’ultima ha stabilito che, fino a quando non si fosse arrivati al pronunciamento, nel New Jersey si sarebbero dovuti celebrare i matrimoni omosessuali. Nei fatti, un’implicita approvazione dell’operato del giudice Jacobson. A questo punto – e siamo arrivati all’esito negativo della vicenda risalente a pochi giorni fa – il governatore Christie ha deciso di ritirare il ricorso alla Corte Suprema proprio il 21 ottobre, giorno dell’entrata in vigore delle conseguenze della sentenza. Christie ha affermato che la decisione unanime della Corte di non voler sospendere gli effetti di tale sentenza esprime in modo chiaro la visione che la stessa Corte ha della costituzione del New Jersey e che a questo punto il matrimonio omosessuale è legge.
Il New Jersey è diventato in questo modo il quattordicesimo Stato degli Usa dove gay e lesbiche possono sposarsi. Così come l’approvazione delle unioni civili del 2006, anche questa arriva per volere del potere giudiziario. A tal proposito si è espresso Len Deo, Presidente del New Jersey Family Policy Council – «La Corte ha permesso ad un singolo giudice di decidere per un intero Stato», ha affermato Deo – sottolineando le preoccupazioni relative all’assenza di garanzie per l’obiezione di coscienza da parte di chi, per motivi morali o religiosi, non volesse celebrare i matrimoni tra coppie dello stesso sesso. Parole che non possono che essere pienamente condivise.
Chris Christie si è attirato non poche critiche dal mondo cristiano e conservatore degli Stati Uniti. Molte associazioni schierate in difesa della famiglia fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna – pur partendo dalla ferma condanna del modo di agire della Corte Suprema – hanno parlato di fallimento di un governatore che non ha saputo procedere convinto nella direzione opposta alla lobby gay. Christie era già stato oggetto di disapprovazione quando, lo scorso agosto, aveva firmato una legge che mette al bando le terapie riparative per adolescenti che manifestano attrazione per persone dello stesso sesso. Una decisione che limita la possibilità dei genitori di decidere per i propri figli e dunque la libertà di educazione. In quella occasione, Christie si espresse in questi termini: «La mia religione afferma che l’omosessualità è un peccato, ma io non sono d’accordo».
Al di là delle posizioni personali di Christie e di quello che si può pensare circa il suo coraggio, è impossibile negare che il governatore, in occasione della decisione del giudice Jacobson, si è trovato nella morsa dell’attivismo dei giudici, strumento spesso usato dai sostenitori del matrimonio omosessuale laddove volontà popolare e dei rappresentati eletti non collimano con la loro.
La vicenda del New Jersey è emblematica per molti aspetti. Innanzitutto, le unioni civili si sono dimostrate ancora una volta il primo passo di un percorso che prima o poi conduce al matrimonio omosessuale. La decisione di un singolo giudice, poi, ha avuto un’efficacia ben maggiore di quanto è nei poteri dei rappresentanti del popolo. Infine, un governatore, pur criticabile per alcuni aspetti, si è trovato a dover mollare dopo aver opposto il proprio veto ad una legge sul matrimonio omosessuale e aver presentato un ricorso contro un giudice.
Quando lo scenario è questo, non si può fare a meno di scomodare lo spettro di una vera e propria dittatura.
CORONCINA
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Padre NostroPadre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave MariaAve Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
Credo
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
1 volta Padre nostro
1 volta Ave Maria
1 volta il Credo Apostolico
di seguito:
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
quindi alla fine si ripete 3 volte:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.
1 volta
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
Amen. Segno della croce

Padre NostroPadre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave MariaAve Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
Credo
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
Per chi non ha mai recitato il rosario e non capisce bene come deve essere recitata la coroncina alla Divina Misericordia segua lo schema qui sotto tutto di seguito e ricordi di meditare la dolorosa passione di Gesù:
Segno della croce1 volta Padre nostro
1 volta Ave Maria
1 volta il Credo Apostolico
di seguito:
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
quindi alla fine si ripete 3 volte:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.
1 volta
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
Amen. Segno della croce
CORONCINA
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Padre NostroPadre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave MariaAve Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
Credo
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
1 volta Padre nostro
1 volta Ave Maria
1 volta il Credo Apostolico
di seguito:
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
quindi alla fine si ripete 3 volte:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.
1 volta
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
Amen. Segno della croce

Padre NostroPadre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave MariaAve Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
Credo
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
Per chi non ha mai recitato il rosario e non capisce bene come deve essere recitata la coroncina alla Divina Misericordia segua lo schema qui sotto tutto di seguito e ricordi di meditare la dolorosa passione di Gesù:
Segno della croce1 volta Padre nostro
1 volta Ave Maria
1 volta il Credo Apostolico
di seguito:
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
quindi alla fine si ripete 3 volte:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.
1 volta
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
Amen. Segno della croce
EPISCOPATO
Episcopato è servizio, non onore: così il Papa per l'Ordinazione episcopale di mons. Gloder e mons. Speich




(Veni Creator)
“Volete predicare, con fedeltà e perseveranza, il Vangelo di Cristo?
(Gli eletti): Si, lo voglio”.
“Volete custodire puro ed integro il deposito della fede...?
(Gli eletti): Si, lo voglio”.
Queste ed altre domande, rivolte in base all’antica tradizione dei santi padri ai due ordinandi vescovi, sono state precedute dall’omelia di Papa Francesco. I vescovi, “custodi e dispensatori dei ministeri di Cristo” - ha detto il Santo Padre - sono chiamati a seguire l’esempio del Buon Pastore e a servire il popolo di Dio. Al presule – come si ricorda nel Pontificale Romano – “compete più il servire che il dominare”:
“Episcopato infatti è il nome di un servizio, non di un onore. Sempre in servizio, sempre il servizio”.
Dopo aver esortato ad annunciare la Parola – come si legge nel Pontificale Romano - in ogni occasione, opportuna e non opportuna, Papa Francesco ha ricordato la centralità della preghiera:
“Un vescovo che non prega è un vescovo a metà cammino. E se non prega il Signore finisce nella mondanità”.
Il servizio alimentato dalla Parola - ha aggiunto il Santo Padre – deve essere orientato dall’amore:
“Amate, amate con amore di padre e di fratello tutti coloro che Dio vi affida. Anzitutto, amate i presbiteri e i diaconi. Sono vostri collaboratori, sono i più prossimi dei prossimi, per voi. Mai far aspettare un presbitero, un’udienza, subito rispondere. Siate vicini a loro. Ma anche amate i poveri, gli indifesi e quanti hanno bisogno di accoglienza e di aiuto. Abbiate viva attenzione a quanti non appartengono all’unico ovile di Cristo, perché essi pure vi sono stati affidati nel Signore. Pregate tanto per loro”.
Oltre a servire e ad amare – ha concluso Papa Francesco – i vescovi sono chiamati a vegliare “su tutto il gregge”, nel nome del Padre, di suo Figlio Gesù Cristo e dello Spirito Santo che dà vita alla Chiesa.
Spionaggio Usa ipocrisie europee

Ormai ci siamo abituati, periodicamente in Europa ci si scandalizza per le prove che continuamente emergono circa le intercettazioni effettuate ai danni dei cittadini, delle aziende e delle istituzioni del Vecchio Continente dalla National security Agency statunitense. E ogni volta le cancellerie europee mostrano stupore, sdegno e chiedono spiegazioni agli “alleati” statunitensi. I quali a loro volta rispondono rassicurandoci che se ci spiano, se intercettano il nostro traffico internet e telefonico, lo fanno anche per il nostro bene, per proteggersi e proteggerci dalle minacce terroristiche perché i sistemi di intercettazione lavorano solo sulle parole chiave.
In fondo si tratta di un gioco di ruolo che ormai ha annoiato tutti, utile soprattutto a prendere per il naso i cittadini europei cercando di dimostrarci che i nostri governi sono davvero arrabbiati e l’Amministrazione Obama è davvero in imbarazzo. Così non è per molte ragioni. È dalla fine degli anni ’90 che il problema emerge con curiosa periodicità. Tredici anni or sono fu la “scoperta” del sistema Echelon a scatenare un feroce dibattito (ma solo nelle apparenze) tra le due sponde dell’Atlantico per un apparato di intercettazione che coinvolgeva gli Stati Uniti e gli alleati anglo-sassoni (Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda) intenti ad ascoltare le comunicazioni di tutto il mondo incluse quelle degli alleati europei.
Il club privato che gestisce e mette a profitto il frutto delle intercettazioni è rimasto lo stesso con l’asse anglo-americano a farla da padrona e a condividere un immenso flusso di dati che setaccia le informazioni che transitano dai satelliti, nella rete internet e lungo i cavi sottomarini come fanno i sistemi statunitense Prism rivelato da Edward Snowden e il Tempora messo a punto dal vertice dei servizi d’intelligence britannici, il Government Communications Headquarter.
Il presidente Hollande, scandalizzato per aver scoperto che 70 milioni di telefonate francesi sono state intercettate dagli americani, si indigna o finge di indignarsi con Washington. Eppure all’Eliseo sanno da tempo che tra amici ci si spia come tra nemici, senza dimenticare che anche l’intelligence francese utilizza un sistema simile per ascoltare le telefonate e il traffico internet e non è certo che setacci solo quello interno al paese, ovviamente solo per garantire la sicurezza nazionale.
Anche in Germania sono tutti molto indignati dopo aver scoperto che gli americani tengono sotto controllo il cellulare della Merkel. Chissà, forse a Berlino immaginavano che alla NSA interessassero solo le telefonate di estremisti islamici e parenti degli uomini chiave di al-Qaeda. In Italia, forse perché siamo il Paese con il più alto tasso di intercettazioni telefoniche effettuate dagli organismi dello Stato, l’impatto della notizia che tutti i nostri vertici istituzionali e tutte le ambasciate sono sotto controllo americano non ha scosso più di tanto un’opinione pubblica preoccupata più dei danni che sta producendo il governo che delle spie americane.
Anche noi italiani abbiamo però scoperto che, come rivelato ai parlamentari del Copasir, gli americani hanno raccolto un sacco di dati su di noi ma solo quando questi dati, messi in rete, non si trovavano più fisicamente sul suolo italiano. Certo la rete non è extraterritoriale ma la gran parte del traffico internet mondiale passa attraverso piattaforme statunitensi. In compenso grazie ad aver ficcanasato nelle nostre telefonate, chat e carte di credito gli statunitensi vanno ringraziati perché, dicono, così facendo hanno potuto sventare un attentato a Napoli, nel settembre 2010.
In realtà a rendere tutte le reazioni della vecchia Europa un po’ patetiche ha contribuito lo stesso Snowden rivelando che gli Stati membri della Ue erano al corrente dell’attività di spionaggio statunitense o anglo-americano. Allora dobbiamo ritenere che l’intrusione nella nostra vita politica, economica e di sicurezza sia stata considerata dai nostri governanti un dato di fatto ineluttabile e accettata con rassegnazione? Un’ipotesi credibile se consideriamo che dopo lo scandalo Echelon e prima del Datagate di Snowden anche i noti Wikileaks di Julian Assange avevano rivelato all’opinione pubblica fino a che livello gli Stati Uniti ficcassero il naso negli affari di tutto il mondo, incluso nei nostri, senza farsi troppi scrupoli nel distinguere amici e nemici.
Anche perché se nel contrasto al terrorismo la distinzione può apparire più netta, negli ambiti politici ed economici gli alleati della Nato sono concorrenti sui mercati internazionali, competitor commerciali. Inutile illudersi che le capacità di Prism di esplorare e-mail, chat, banche dati informatiche, conversazioni e archivi fotografici in rete sia stata utilizzata solo per trovare qaedisti. Il vero valore aggiunto dello spionaggio degli “alleati” concerne infatti il mondo degli affari, dei brevetti e dei segreti industriali, delle commesse internazionali miliardarie nelle quali avere il vantaggio di conoscere i dettagli delle offerte dei concorrenti consente di attuare contromisure preventive e sbaragliare gli avversari. Il controllo capillare delle ambasciate negli USA punta più a carpire le informazioni gestite dagli addetti commerciali che da quelli militari e non certo da oggi.
Già negli anni scorsi alcune aziende europee del settore aerospaziale e difesa fecero sapere di nutrire forti sospetti circa la capacità dei concorrenti statunitensi di conoscere e anticipare le loro mosse nei confronti di clienti internazionali. Perché allora stupirsi di ciò che già ben conosciamo? Forse perché l’unica alternativa a “pretendere spiegazioni” che Washington non darà è staccarsi dal cordone ombelicale che ci lega agli Stati Uniti in un’alleanza che oggi forse ci procura più guai di quanti ne risolva. Ma questo vorrebbe dire per i Paesi europei attrezzarsi per giocare a tutto campo per i nostri interessi utilizzando anche le armi sporche dello spionaggio, investendo in tecnologie sia per difenderci dalle intrusioni sia per condurre noi incursioni a casa altrui.
Magari anche realizzando piattaforme informatiche alternative ai colossi statunitensi della Silicon Valley (Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, Pal Talk, YouTube, Skype, Aol e e Apple) che secondo le informazioni diffuse da Snowden e ricostruite dal Guardian hanno aderito a Prism. Siamo davvero pronti a farlo? A investire molto denaro per smarcarci dalla dipendenza tecnologica dai colossi statunitensi attraverso i quali passa quasi tutto il traffico internet mondiale? Se la risposta è affermativa è giunto il momento di passare dalle chiacchiere ai fatti, in caso contrario tanto vale subire in silenzio e smetterla di fingere sgomento e sorpresa.
In fondo si tratta di un gioco di ruolo che ormai ha annoiato tutti, utile soprattutto a prendere per il naso i cittadini europei cercando di dimostrarci che i nostri governi sono davvero arrabbiati e l’Amministrazione Obama è davvero in imbarazzo. Così non è per molte ragioni. È dalla fine degli anni ’90 che il problema emerge con curiosa periodicità. Tredici anni or sono fu la “scoperta” del sistema Echelon a scatenare un feroce dibattito (ma solo nelle apparenze) tra le due sponde dell’Atlantico per un apparato di intercettazione che coinvolgeva gli Stati Uniti e gli alleati anglo-sassoni (Gran Bretagna, Australia, Canada e Nuova Zelanda) intenti ad ascoltare le comunicazioni di tutto il mondo incluse quelle degli alleati europei.
Il club privato che gestisce e mette a profitto il frutto delle intercettazioni è rimasto lo stesso con l’asse anglo-americano a farla da padrona e a condividere un immenso flusso di dati che setaccia le informazioni che transitano dai satelliti, nella rete internet e lungo i cavi sottomarini come fanno i sistemi statunitense Prism rivelato da Edward Snowden e il Tempora messo a punto dal vertice dei servizi d’intelligence britannici, il Government Communications Headquarter.
Il presidente Hollande, scandalizzato per aver scoperto che 70 milioni di telefonate francesi sono state intercettate dagli americani, si indigna o finge di indignarsi con Washington. Eppure all’Eliseo sanno da tempo che tra amici ci si spia come tra nemici, senza dimenticare che anche l’intelligence francese utilizza un sistema simile per ascoltare le telefonate e il traffico internet e non è certo che setacci solo quello interno al paese, ovviamente solo per garantire la sicurezza nazionale.
Anche in Germania sono tutti molto indignati dopo aver scoperto che gli americani tengono sotto controllo il cellulare della Merkel. Chissà, forse a Berlino immaginavano che alla NSA interessassero solo le telefonate di estremisti islamici e parenti degli uomini chiave di al-Qaeda. In Italia, forse perché siamo il Paese con il più alto tasso di intercettazioni telefoniche effettuate dagli organismi dello Stato, l’impatto della notizia che tutti i nostri vertici istituzionali e tutte le ambasciate sono sotto controllo americano non ha scosso più di tanto un’opinione pubblica preoccupata più dei danni che sta producendo il governo che delle spie americane.
Anche noi italiani abbiamo però scoperto che, come rivelato ai parlamentari del Copasir, gli americani hanno raccolto un sacco di dati su di noi ma solo quando questi dati, messi in rete, non si trovavano più fisicamente sul suolo italiano. Certo la rete non è extraterritoriale ma la gran parte del traffico internet mondiale passa attraverso piattaforme statunitensi. In compenso grazie ad aver ficcanasato nelle nostre telefonate, chat e carte di credito gli statunitensi vanno ringraziati perché, dicono, così facendo hanno potuto sventare un attentato a Napoli, nel settembre 2010.
In realtà a rendere tutte le reazioni della vecchia Europa un po’ patetiche ha contribuito lo stesso Snowden rivelando che gli Stati membri della Ue erano al corrente dell’attività di spionaggio statunitense o anglo-americano. Allora dobbiamo ritenere che l’intrusione nella nostra vita politica, economica e di sicurezza sia stata considerata dai nostri governanti un dato di fatto ineluttabile e accettata con rassegnazione? Un’ipotesi credibile se consideriamo che dopo lo scandalo Echelon e prima del Datagate di Snowden anche i noti Wikileaks di Julian Assange avevano rivelato all’opinione pubblica fino a che livello gli Stati Uniti ficcassero il naso negli affari di tutto il mondo, incluso nei nostri, senza farsi troppi scrupoli nel distinguere amici e nemici.
Anche perché se nel contrasto al terrorismo la distinzione può apparire più netta, negli ambiti politici ed economici gli alleati della Nato sono concorrenti sui mercati internazionali, competitor commerciali. Inutile illudersi che le capacità di Prism di esplorare e-mail, chat, banche dati informatiche, conversazioni e archivi fotografici in rete sia stata utilizzata solo per trovare qaedisti. Il vero valore aggiunto dello spionaggio degli “alleati” concerne infatti il mondo degli affari, dei brevetti e dei segreti industriali, delle commesse internazionali miliardarie nelle quali avere il vantaggio di conoscere i dettagli delle offerte dei concorrenti consente di attuare contromisure preventive e sbaragliare gli avversari. Il controllo capillare delle ambasciate negli USA punta più a carpire le informazioni gestite dagli addetti commerciali che da quelli militari e non certo da oggi.
Già negli anni scorsi alcune aziende europee del settore aerospaziale e difesa fecero sapere di nutrire forti sospetti circa la capacità dei concorrenti statunitensi di conoscere e anticipare le loro mosse nei confronti di clienti internazionali. Perché allora stupirsi di ciò che già ben conosciamo? Forse perché l’unica alternativa a “pretendere spiegazioni” che Washington non darà è staccarsi dal cordone ombelicale che ci lega agli Stati Uniti in un’alleanza che oggi forse ci procura più guai di quanti ne risolva. Ma questo vorrebbe dire per i Paesi europei attrezzarsi per giocare a tutto campo per i nostri interessi utilizzando anche le armi sporche dello spionaggio, investendo in tecnologie sia per difenderci dalle intrusioni sia per condurre noi incursioni a casa altrui.
Magari anche realizzando piattaforme informatiche alternative ai colossi statunitensi della Silicon Valley (Microsoft, Yahoo, Google, Facebook, Pal Talk, YouTube, Skype, Aol e e Apple) che secondo le informazioni diffuse da Snowden e ricostruite dal Guardian hanno aderito a Prism. Siamo davvero pronti a farlo? A investire molto denaro per smarcarci dalla dipendenza tecnologica dai colossi statunitensi attraverso i quali passa quasi tutto il traffico internet mondiale? Se la risposta è affermativa è giunto il momento di passare dalle chiacchiere ai fatti, in caso contrario tanto vale subire in silenzio e smetterla di fingere sgomento e sorpresa.
.
ANGELUS
V. Angelus Domini nuntiavit Mariae;
R. Et concepit de Spiritu Sancto.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ecce ancilla Domini.
R. Fiat mihi secundum verbum tuum.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Et Verbum caro factum est.
R. Et habitavit in nobis.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ora pro nobis, sancta Dei Genetrix.
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi. Oremus:
Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognovimus, per passionem eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum Dominum nostrum.
R. Amen.
R. Et concepit de Spiritu Sancto.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ecce ancilla Domini.
R. Fiat mihi secundum verbum tuum.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Et Verbum caro factum est.
R. Et habitavit in nobis.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ora pro nobis, sancta Dei Genetrix.
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi. Oremus:
Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognovimus, per passionem eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum Dominum nostrum.
R. Amen.
V. L’Angelo del Signore portò l’annunzio a Maria;
R. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Eccomi, sono la serva del Signore.
R. Si compia in me la tua parola.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. E il Verbo si fece carne.
R. E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Prega per noi, santa Madre di Dio.
R. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo. Preghiamo:
Infondi nel nostro spirito la Tua grazia, o Padre: Tu che all’annuncio dell’Angelo ci hai rivelato l’Incarnazione del Tuo Figlio, per la Sua Passione e la Sua Croce guidaci alla gloria della Risurrezione. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
R. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Eccomi, sono la serva del Signore.
R. Si compia in me la tua parola.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. E il Verbo si fece carne.
R. E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Prega per noi, santa Madre di Dio.
R. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo. Preghiamo:
Infondi nel nostro spirito la Tua grazia, o Padre: Tu che all’annuncio dell’Angelo ci hai rivelato l’Incarnazione del Tuo Figlio, per la Sua Passione e la Sua Croce guidaci alla gloria della Risurrezione. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
Per non fare figli, sterilizzatevi

Ad Adelaide, in Australia, in occasione della settimana della Science Exchange è stata lanciata la Giornata Mondiale della Vasectomia. Sì, vasectomia, avete letto bene: resezione dei dotti deferenti, i canali dello sperma nel pene maschile. Per pubblicizzare il lieto evento, sono state mandate in diretta streaming i video di ben 16 operazioni, eseguite dal vivo di fronte al pubblico di Adelaide. A prima vista sembrerebbe uno spot alla rovescia, per spaventare la gente e farla scappare a gambe levate. Farsi mettere i ferri addosso fa sempre paura. Farseli mettere sulle parti intime maschili è terrorizzante. Vedere cosa accade in sala operatoria è fisicamente ributtante (anche gli studenti di medicina, all’inizio, svengono), anche solo per l’estrazione di un molare. Figuriamoci per un intervento che consiste in una parziale castrazione. Forse in un mondo come quello di oggi è possibile far pubblicità anche con le immagini più impressionanti, considerando che c’è gente che paga fior di abbonamenti a canali satellitari per gustarsi lo spettacolo di intere operazioni di chirurgia plastica. E sempre più giovani pagano per farsi infilzare da spille o addirittura farsi marchiare a fuoco. Pare che i promotori dell’iniziativa, fra cui Planned Parenthood (lobby de-natalista) e l’Organizzazione Mondiale della Sanità, contino proprio su questo gusto dell’orrido e istinto alla rovescia. «La parte più difficile è far apparire la vasectomia come un qualcosa di attraente», ammette però l’urologo Stein, uno dei medici che hanno operato dal vivo e in diretta streaming. Per sensibilizzare più gente possibile è stato anche girato un film-documentario, educativo, “Il vasectomista”, diretto da Jonathan Stack, un regista vincitore di Emmy Award.
Al di là dell’orrore fisico, che dire del messaggio che questa operazione di marketing vuol veicolare? Secondo l’Oms e Planned Parenthood, la vasectomia è il metodo più efficace e meno costoso di contraccezione. Si rende sterile il maschio (è più facile che sterilizzare la femmina) e si può condurre una vita sessualmente attiva, pur senza preservativo e senza la noia di rischiare di avere uno o più figli di mezzo. Questa è la logica, papale papale, spiegata anche dall’81enne Paul R. Ehrlich, professore alla Stanford University: «I maschi di queste nazioni (India e Cina, ndr) dovrebbero andare in delirio di felicità: risparmiano per sempre alle loro mogli e alle fidanzate il peso della contraccezione». E magari non sono più “costretti” a buttar via il neonato, come è successo a Mumbai, in India, in pochi giorni: il primo bimbo (benché l’avessero pure accoltellato) è stato rinvenuto miracolosamente vivo, una neonata, invece, è stata trovata già morta ieri. Due dei tantissimi infanticidi a cui si ricorre, da quelle parti, quale “efficace ed economica” politica di denatalità. In Cina, invece, la vasectomia, molto spesso, non è una scelta, ma una pratica forzata. Serve ad implementare la “politica del figlio unico”, che impone sterilizzazione forzata, multe salatissime, carcere e distruzione del proprio tetto coniugale (nei casi peggiori) se si osa avere più di un figlio per coppia. Alle decine di milioni di cinesi, vittime di queste repressioni, gli organizzatori della Giornata Mondiale della Vasectomia, lanciano il chiaro messaggio: “Non aspettare di farti castrare dal compagno poliziotto, sterilizzati prima tu”.
La Giornata della Vasectomia è mondiale, ma è rivolta soprattutto alle potenze asiatiche. Serve a privarci di concorrenti pericolosi? C’è sempre il dubbio che lo scopo, neppure troppo ben celato, sia questo: impedire la crescita di un grande mercato interno e sempre più benestante in India e in Cina. Ma i promotori dell’iniziativa potrebbero addirittura essere in buona fede e credere di fare del bene a queste potenze emergenti. Perché è ancora diffusa l’idea che più uomini ci sono, più poveri saranno. Ebbene sì, sono ancora fermi alla teoria di Thomas Robert Malthus (1766-1834), il quale era convinto che le risorse agricole a disposizione potessero aumentare a una velocità inferiore rispetto alla crescita demografica. Dunque, a suo avviso, non ci sarebbe stato cibo sufficiente per tutti.
Questa teoria ha portato a "spiacevoli" conseguenze politiche: la guerra vista come “igiene dell’uomo” per tutto l’800 e la prima metà del ‘900, il colonialismo per conquistare risorse e trovare luoghi in cui parcheggiare la popolazione eccedente, l’eugenetica (sterilizzazione forzata di persone arbitrariamente considerate “indegne” di riprodursi) pratica diffusa nei Paesi scandinavi fino agli anni ‘70, infine il nazismo che mirava a guadagnare uno spazio vitale per la crescente popolazione tedesca, sia conquistando territori (nell’Est europeo), sia eliminando “razze” umane considerate “inferiori” che avrebbero costituito una concorrenza troppo ingombrante nella spartizione delle risorse. Ma a prescindere dalle conseguenze politiche della teoria di Malthus, quest’ultima si è rivelata … totalmente errata. Quando la scrisse, nei primi decenni del XIX Secolo, la popolazione mondiale era di poco inferiore al miliardo. Oggi siamo sette volte più numerosi. Eppure, stranamente, la fame del mondo riguarda una popolazione sempre inferiore. Tra il 1990 e il 2012, la percentuale di persone nel mondo che soffre di fame cronica è diminuita dal 18,6% al 12,5%. Nello stesso lasso di tempo, la popolazione mondiale è passata dai 5,3 miliardi del 1990 ai 7 miliardi attuali. Al crescere della popolazione, crescono le risorse. Ovvio: non solo c’è più gente che consuma, ma c’è anche più gente che produce. E più menti pensanti che escogitano nuovi metodi di produzione.
La Giornata Mondiale della Vasectomia ignora queste realtà elementari. Torna indietro alla mentalità dei primi dell’800. E propone, quale nostro brillante futuro, di castrare l’uomo.
Al di là dell’orrore fisico, che dire del messaggio che questa operazione di marketing vuol veicolare? Secondo l’Oms e Planned Parenthood, la vasectomia è il metodo più efficace e meno costoso di contraccezione. Si rende sterile il maschio (è più facile che sterilizzare la femmina) e si può condurre una vita sessualmente attiva, pur senza preservativo e senza la noia di rischiare di avere uno o più figli di mezzo. Questa è la logica, papale papale, spiegata anche dall’81enne Paul R. Ehrlich, professore alla Stanford University: «I maschi di queste nazioni (India e Cina, ndr) dovrebbero andare in delirio di felicità: risparmiano per sempre alle loro mogli e alle fidanzate il peso della contraccezione». E magari non sono più “costretti” a buttar via il neonato, come è successo a Mumbai, in India, in pochi giorni: il primo bimbo (benché l’avessero pure accoltellato) è stato rinvenuto miracolosamente vivo, una neonata, invece, è stata trovata già morta ieri. Due dei tantissimi infanticidi a cui si ricorre, da quelle parti, quale “efficace ed economica” politica di denatalità. In Cina, invece, la vasectomia, molto spesso, non è una scelta, ma una pratica forzata. Serve ad implementare la “politica del figlio unico”, che impone sterilizzazione forzata, multe salatissime, carcere e distruzione del proprio tetto coniugale (nei casi peggiori) se si osa avere più di un figlio per coppia. Alle decine di milioni di cinesi, vittime di queste repressioni, gli organizzatori della Giornata Mondiale della Vasectomia, lanciano il chiaro messaggio: “Non aspettare di farti castrare dal compagno poliziotto, sterilizzati prima tu”.
La Giornata della Vasectomia è mondiale, ma è rivolta soprattutto alle potenze asiatiche. Serve a privarci di concorrenti pericolosi? C’è sempre il dubbio che lo scopo, neppure troppo ben celato, sia questo: impedire la crescita di un grande mercato interno e sempre più benestante in India e in Cina. Ma i promotori dell’iniziativa potrebbero addirittura essere in buona fede e credere di fare del bene a queste potenze emergenti. Perché è ancora diffusa l’idea che più uomini ci sono, più poveri saranno. Ebbene sì, sono ancora fermi alla teoria di Thomas Robert Malthus (1766-1834), il quale era convinto che le risorse agricole a disposizione potessero aumentare a una velocità inferiore rispetto alla crescita demografica. Dunque, a suo avviso, non ci sarebbe stato cibo sufficiente per tutti.
Questa teoria ha portato a "spiacevoli" conseguenze politiche: la guerra vista come “igiene dell’uomo” per tutto l’800 e la prima metà del ‘900, il colonialismo per conquistare risorse e trovare luoghi in cui parcheggiare la popolazione eccedente, l’eugenetica (sterilizzazione forzata di persone arbitrariamente considerate “indegne” di riprodursi) pratica diffusa nei Paesi scandinavi fino agli anni ‘70, infine il nazismo che mirava a guadagnare uno spazio vitale per la crescente popolazione tedesca, sia conquistando territori (nell’Est europeo), sia eliminando “razze” umane considerate “inferiori” che avrebbero costituito una concorrenza troppo ingombrante nella spartizione delle risorse. Ma a prescindere dalle conseguenze politiche della teoria di Malthus, quest’ultima si è rivelata … totalmente errata. Quando la scrisse, nei primi decenni del XIX Secolo, la popolazione mondiale era di poco inferiore al miliardo. Oggi siamo sette volte più numerosi. Eppure, stranamente, la fame del mondo riguarda una popolazione sempre inferiore. Tra il 1990 e il 2012, la percentuale di persone nel mondo che soffre di fame cronica è diminuita dal 18,6% al 12,5%. Nello stesso lasso di tempo, la popolazione mondiale è passata dai 5,3 miliardi del 1990 ai 7 miliardi attuali. Al crescere della popolazione, crescono le risorse. Ovvio: non solo c’è più gente che consuma, ma c’è anche più gente che produce. E più menti pensanti che escogitano nuovi metodi di produzione.
La Giornata Mondiale della Vasectomia ignora queste realtà elementari. Torna indietro alla mentalità dei primi dell’800. E propone, quale nostro brillante futuro, di castrare l’uomo.
Antisemitismo, nuova condanna del Papa, che ricorda: oggi non pochi cristiani sono perseguitati
Antisemitismo, nuova condanna del Papa, che ricorda: oggi non pochi cristiani sono perseguitati




Era un appuntamento fissato già da tempo da Benedetto XVI, al quale Papa Francesco non manca di rivolgere il suo affettuoso pensiero e la sua preghiera. La delegazione ebraica aveva chiesto a Papa Ratzinger di poterlo incontrare:
“Questi incontri sono da parte vostra un segno di rispetto e di stima per i Vescovi di Roma, del quale sono grato e al quale corrisponde la considerazione del Papa per l’opera alla quale vi dedicate: di combattere ogni forma di razzismo, intolleranza e antisemitismo, preservando la memoria della Shoah e promuovendo la comprensione reciproca mediante la formazione e l’impegno sociale”.
Il Papa ribadisce ancora una volta, come fatto in queste ultime settimane, “la condanna della Chiesa per ogni forma di antisemitismo”, sottolineando “come il problema dell’intolleranza debba essere affrontato nel suo insieme”:
“Là dove una minoranza qualsiasi è perseguitata ed emarginata a motivo delle sue convinzioni religiose o etniche, il bene di tutta una società è in pericolo e tutti dobbiamo sentirci coinvolti. Penso con particolare dolore alle sofferenze, all’emarginazione e alle autentiche persecuzioni che non pochi cristiani stanno subendo in diversi Paesi del mondo. Uniamo le nostre forze per favorire una cultura dell’incontro, del rispetto, della comprensione e del perdono reciproci”.
Per la costruzione di una tale cultura, il Papa sottolinea “l’importanza della formazione: una formazione che non è solo trasmissione di conoscenze, ma passaggio di una testimonianza vissuta, che presuppone lo stabilirsi di una comunione di vita, di una ‘alleanza’ con le giovani generazioni, sempre aperta alla verità. Ad esse, infatti – ha aggiunto - dobbiamo saper trasmettere non solo delle conoscenze circa la storia del dialogo ebraico-cattolico, circa le difficoltà attraversate e circa i progressi compiuti negli ultimi decenni: dobbiamo soprattutto essere in grado di trasmettere la passione per l’incontro e la conoscenza dell’altro, promuovendo un coinvolgimento attivo e responsabile dei nostri giovani”:
“In questo, l’impegno condiviso a servizio della società e dei più deboli riveste grande importanza. Vi incoraggio a continuare a trasmettere ai giovani il valore dello sforzo comune per rifiutare muri e costruire ponti tra le nostre culture e tradizioni di fede. Andiamo avanti con fiducia, coraggio e speranza. Shalom!”.
PROSSIMA FERMATA L'EUTANASIA

DI MASSIMO INTROVIGNE
Non ho simpatia per i complottisti, che spiegano la storia come un unico grande complotto. Ma non ne ho neppure per gli ingenui, i quali pensano che i complotti non esistano. Non c'è il Grande Complotto, ma ci sono tanti complotti con la «c» minuscola, settoriali e locali. Uno dei più evidenti è costituito dallo sforzo di diverse lobby - anticlericali, massoniche, ideologiche, legate a certi interessi dei «poteri forti», dell'industria farmaceutica e delle cliniche - per aggredire la vita e la famiglia in un escalation di leggi sempre più radicali. A Malta, introdotto il divorzio per referendum, siamo già a una proposta di legge per il riconoscimento delle unioni civili omosessuali, con diritto di adozione. In Francia Tugdual Derville, portavoce della Manif pour Tous, sta cercando di radunare nuovamente il popolo della famiglia e della vita, contro una legge sull'eutanasia che galoppa verso l'approvazione. Anche da noi la strada è tracciata: appena approvata la legge sull'omofobia, seguita da quella sulle unioni omosessuali, il Parlamento si occuperà di eutanasia.
Si tratta di regolare pochi casi pietosi? Questa è la menzogna consueta, ma la verità è diversa. Mentre si discute di eutanasia in Francia, la giornalista Stéphane Kovacs ha pubblicato sul quotidiano «Le Figaro» un'agghiacciante inchiesta su come vanno le cose nel vicino Belgio, dove l'eutanasia c'è già. L'inchiesta constata la «banalizzazione» del l'eutanasia. Una proposta di legge che mira a estenderla - come in Olanda - ai minorenni «capaci di discernimento» e ad alcune categorie di malati mentali - che «chiederebbero» l'eutanasia «tramite» i loro parenti, cioè sarebbero messi a morte senza avere voce in capitolo - gode secondo i sondaggi del favore della maggioranza della popolazione.
Perché - lo sappiamo in Italia in tema di aborto - la legge produce costume. L'eutanasia in Belgio ormai è considerata normale. Nel 2012 i casi di eutanasia sono aumentati del 25% rispetto al 2011, nel 2013 stanno ancora aumentando e rappresentano ormai il due per cento di tutti i decessi sul territorio belga. Sono 1.432 i morti per eutanasia del 2012, e aumenteranno certamente nel 2013. La chiave degli spaventosi numeri belgi sta nella legge che permette di chiedere di morire non solo per gravi «sofferenze fisiche» ma anche per «sofferenze psichiche» che il paziente denuncia come intollerabili. I medici che fanno parte delle commissioni chiamate a esaminare le richieste lo confessano: alla fine, decide il paziente perché il medico non ha nessun criterio sicuro per escludere la presenza di una sofferenza psicologica che qualcuno dichiara di non riuscire più a sopportare.
Il caso di Nathan ha scosso il Belgio agli inizi di ottobre. Questo transessuale di 44 anni ha chiesto e ottenuto l'eutanasia perché l'operazione che - gli era stato promesso - lo avrebbe trasformato in donna era fallita. Non potendo diventare donna, Nathan ha preferito morire: una tragica parabola dove s'incrociano eutanasia e ideologia del gender, producendo una miscela che uccide. E non finisce qui. «Dora», altro transessuale e migliore amico di Nathan, ha dichiarato che la morte della sola persona che gli era vicina, appunto Nathan, ha reso le sue sofferenze psicologiche intollerabili. Anche «Dora» ha chiesto l'eutanasia, e ora attende di morire.
Due gemelli sordi di 45 anni hanno chiesto e ottenuto l'eutanasia insieme perché una malattia rischiava di renderli anche ciechi. E l'inchiesta della giornalista francese rivela come negli ospedali i malati di Alzheimer e di alcune forme di cancro «spariscano» - i pazienti in cura per l'Alzheimer sono diminuiti del venticinque per cento in due anni -, qualche volta per l'eutanasia formale amministrata secondo la legge, qualche volta più rapidamente e discretamente. È quella «eutanasia silenziosa» nelle corsie degli ospedali di cui ha parlato diverse volte Papa Francesco, figlia di quella che il Pontefice chiama «cultura dello scarto»: le vite che non servono sono scartate.
Non solo l'eutanasia si banalizza. C'è anche chi la propone come una scelta morale meritevole, che va a beneficio della collettività facendo risparmiare spese inutili. Una propaganda seducente esalta chi ha il coraggio di chiedere l'eutanasia anziché costringere lo Stato, in tempi di crisi economica, a fornirgli cure costosissime, e induce un senso di colpa in chi invece l'eutanasia non la chiede.
L'estensione ai minorenni «capaci di discernimento» non potrà che peggiorare ulteriormente le cose. Intervistato dalla Kovacs, un avvocato specializzato si chiede già come faranno le commissioni a negare che una minorenne anoressica che si vede grassa e che è stata lasciata dal ragazzo provi una «sofferenza psichica» intollerabile, che giustifica il suo desiderio di morire. Una volta «voglio morire» era una battuta retorica da scrivere sul diario. Oggi rischia di essere presa immediatamente sul serio da una commissione in camice bianco. Prima di poterci ripensare, la poveretta sarà già morta. Sembra un film dell'orrore, ma è già realtà. Oggi in Belgio e in Olanda, domani in Francia, dopodomani in Italia.
Si tratta di regolare pochi casi pietosi? Questa è la menzogna consueta, ma la verità è diversa. Mentre si discute di eutanasia in Francia, la giornalista Stéphane Kovacs ha pubblicato sul quotidiano «Le Figaro» un'agghiacciante inchiesta su come vanno le cose nel vicino Belgio, dove l'eutanasia c'è già. L'inchiesta constata la «banalizzazione» del l'eutanasia. Una proposta di legge che mira a estenderla - come in Olanda - ai minorenni «capaci di discernimento» e ad alcune categorie di malati mentali - che «chiederebbero» l'eutanasia «tramite» i loro parenti, cioè sarebbero messi a morte senza avere voce in capitolo - gode secondo i sondaggi del favore della maggioranza della popolazione.
Perché - lo sappiamo in Italia in tema di aborto - la legge produce costume. L'eutanasia in Belgio ormai è considerata normale. Nel 2012 i casi di eutanasia sono aumentati del 25% rispetto al 2011, nel 2013 stanno ancora aumentando e rappresentano ormai il due per cento di tutti i decessi sul territorio belga. Sono 1.432 i morti per eutanasia del 2012, e aumenteranno certamente nel 2013. La chiave degli spaventosi numeri belgi sta nella legge che permette di chiedere di morire non solo per gravi «sofferenze fisiche» ma anche per «sofferenze psichiche» che il paziente denuncia come intollerabili. I medici che fanno parte delle commissioni chiamate a esaminare le richieste lo confessano: alla fine, decide il paziente perché il medico non ha nessun criterio sicuro per escludere la presenza di una sofferenza psicologica che qualcuno dichiara di non riuscire più a sopportare.
Il caso di Nathan ha scosso il Belgio agli inizi di ottobre. Questo transessuale di 44 anni ha chiesto e ottenuto l'eutanasia perché l'operazione che - gli era stato promesso - lo avrebbe trasformato in donna era fallita. Non potendo diventare donna, Nathan ha preferito morire: una tragica parabola dove s'incrociano eutanasia e ideologia del gender, producendo una miscela che uccide. E non finisce qui. «Dora», altro transessuale e migliore amico di Nathan, ha dichiarato che la morte della sola persona che gli era vicina, appunto Nathan, ha reso le sue sofferenze psicologiche intollerabili. Anche «Dora» ha chiesto l'eutanasia, e ora attende di morire.
Due gemelli sordi di 45 anni hanno chiesto e ottenuto l'eutanasia insieme perché una malattia rischiava di renderli anche ciechi. E l'inchiesta della giornalista francese rivela come negli ospedali i malati di Alzheimer e di alcune forme di cancro «spariscano» - i pazienti in cura per l'Alzheimer sono diminuiti del venticinque per cento in due anni -, qualche volta per l'eutanasia formale amministrata secondo la legge, qualche volta più rapidamente e discretamente. È quella «eutanasia silenziosa» nelle corsie degli ospedali di cui ha parlato diverse volte Papa Francesco, figlia di quella che il Pontefice chiama «cultura dello scarto»: le vite che non servono sono scartate.
Non solo l'eutanasia si banalizza. C'è anche chi la propone come una scelta morale meritevole, che va a beneficio della collettività facendo risparmiare spese inutili. Una propaganda seducente esalta chi ha il coraggio di chiedere l'eutanasia anziché costringere lo Stato, in tempi di crisi economica, a fornirgli cure costosissime, e induce un senso di colpa in chi invece l'eutanasia non la chiede.
L'estensione ai minorenni «capaci di discernimento» non potrà che peggiorare ulteriormente le cose. Intervistato dalla Kovacs, un avvocato specializzato si chiede già come faranno le commissioni a negare che una minorenne anoressica che si vede grassa e che è stata lasciata dal ragazzo provi una «sofferenza psichica» intollerabile, che giustifica il suo desiderio di morire. Una volta «voglio morire» era una battuta retorica da scrivere sul diario. Oggi rischia di essere presa immediatamente sul serio da una commissione in camice bianco. Prima di poterci ripensare, la poveretta sarà già morta. Sembra un film dell'orrore, ma è già realtà. Oggi in Belgio e in Olanda, domani in Francia, dopodomani in Italia.
IL VANGELO DEL GIORNO
In quel tempo, Gesù diceva alle folle:
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo».
Medita
Termina con oggi il lungo capitolo 12 di Luca, nel quale abbiamo incontrato diversi messaggi del Maestro, alcuni rivolti direttamente ai discepoli, altri alle folle. E ad esse, la pericope di oggi, pone nuovamente il tema della ipocrisia.
Gesù ricorre a due immagini che senz’altro erano assai conosciute. La prima riconduce ai lavori dei campi, quando era determinante comprendere il tempo delle piogge e il tempo delle arsure. La seconda presenta, e non è la prima volta, il personaggio del giudice che, lo abbiamo già incontrato, non sempre brilla per correttezza: quindi meglio evitare di trovarsi alla sua presenza.
L’ipocrisia è di quanti sanno comprendere e presentare il messaggio agli altri senza, tuttavia, riconoscere quanto li attraversa e li coinvolge. Gesù invita alla riflessione sul tempo che viviamo e sul valore che ad esso assegniamo. La venuta dell’Emmanuele, del Dio-con-noi, ha inaugurato una stagione nuova. È arrivato il tempo della salvezza, un tempo dal valore qualitativamente superiore al solito scorrere del tempo. È il tempo del Regno, kairos, che si inserisce nella vita quotidiana di tutti noi, kronos: sappiamo riconoscerlo?
Per Riflettere
Siamo afflitti da una malattia: ci vediamo poco da vicino e troppo bene da lontano. Indulgenti con noi stessi, pronti ad accusare gli altri. La nostra miopia è molto più grave dei limiti degli altri.
«Quando vedete una nuvola salire da ponente, subito dite: “Arriva la pioggia”, e così accade. E quando soffia lo scirocco, dite: “Farà caldo”, e così accade. Ipocriti! Sapete valutare l'aspetto della terra e del cielo; come mai questo tempo non sapete valutarlo? E perché non giudicate voi stessi ciò che è giusto?
Quando vai con il tuo avversario davanti al magistrato, lungo la strada cerca di trovare un accordo con lui, per evitare che ti trascini davanti al giudice e il giudice ti consegni all'esattore dei debiti e costui ti getti in prigione. Io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all'ultimo spicciolo».

Termina con oggi il lungo capitolo 12 di Luca, nel quale abbiamo incontrato diversi messaggi del Maestro, alcuni rivolti direttamente ai discepoli, altri alle folle. E ad esse, la pericope di oggi, pone nuovamente il tema della ipocrisia.
Gesù ricorre a due immagini che senz’altro erano assai conosciute. La prima riconduce ai lavori dei campi, quando era determinante comprendere il tempo delle piogge e il tempo delle arsure. La seconda presenta, e non è la prima volta, il personaggio del giudice che, lo abbiamo già incontrato, non sempre brilla per correttezza: quindi meglio evitare di trovarsi alla sua presenza.
L’ipocrisia è di quanti sanno comprendere e presentare il messaggio agli altri senza, tuttavia, riconoscere quanto li attraversa e li coinvolge. Gesù invita alla riflessione sul tempo che viviamo e sul valore che ad esso assegniamo. La venuta dell’Emmanuele, del Dio-con-noi, ha inaugurato una stagione nuova. È arrivato il tempo della salvezza, un tempo dal valore qualitativamente superiore al solito scorrere del tempo. È il tempo del Regno, kairos, che si inserisce nella vita quotidiana di tutti noi, kronos: sappiamo riconoscerlo?

Siamo afflitti da una malattia: ci vediamo poco da vicino e troppo bene da lontano. Indulgenti con noi stessi, pronti ad accusare gli altri. La nostra miopia è molto più grave dei limiti degli altri.
IL SANTO DEL GIORNO
![]() |
25 Ottobre - S. Gaudenzio Vescovo.
Amico di S. Ambrogio, eccellente oratore, autore di discorsi o trattati che rivelano in lui un grande erudito e un maestro di vita cristiana, Gaudenzio, ottavo vescovo di Brescia, è uno dei grandi protagonisti del IV secolo. « Tu hai un ingegno così vivo - gli scriveva Rufino di Aquileia - e una tale gentilezza di spirito, che è necessità porre in iscritto e pubblicare tutto ciò che tu vai dicendo nel normale colloquio o nella predicazione in chiesa». Ma Gaudenzio, nato a Brescia verso la metà del IV secolo, era anche molto modesto e riteneva di poter soltanto istruire il suo popolo a viva voce. Mai avrebbe sognato di affìdare allo scritto le sue considerazioni sulla Sacra Scrittura se non ne fosse stato vivamente pregato da un illustre cittadino di Brescia, Benevolo, il quale, essendo stato impedito dalla malattia a intervenire alle solennità pasquali del 404, chiese all'amico vescovo di fargli avere i dieci sermoni pronunciati in chiesa in quella occasione.
I temi dei suoi discorsi riguardano alcuni passi chiave del Vecchio e soprattutto del Nuovo Testamento, con attualizzazioni che rivelano in lui le qualità del pastore più che dell'esegeta. In un sermone sul Natale è contenuta una vibrante requisitoria contro i ricchi che sperperano i beni di tutti e non accettano di spartirli con chi vive nell'indigenza. Poiché trascrisse i suoi discorsi per inviarli a un amico che soffriva, nella prefazione parlava del provvidenziale disegno divino nella prova della malattia e del dolore fisico o morale.
I suoi discorsi, copiati e diffusi, vennero utilizzati da altri pastori d'anime. Qualcuno scrisse a Gaudenzio per domandargli spiegazioni, e così il vescovo di Brescia fu costretto ad approfondire altri temi, a dare maggior corpo alla sua biblioteca. Scrittore suo malgrado, Gaudenzio fu anche vescovo contro la propria inclinazione, giacché sappiamo dalla stessa testimonianza di S. Ambrogio che si dovette ricorrere addirittura al ricatto per fargli accettare la successione al vescovo Filastrio, morto nel 387.
Ambrogio, che tenne il discorso di circostanza durante la sua consacrazione, avvenuta verso il 390, se lo portò con sé a Milano per un ciclo di omelie ai suoi fedeli. Gaudenzio fece anche parte della delegazione inviata nel 406 da papa Innocenzo I a Costantinopoli a perorare la causa del Crisostomo, costretto all'esilio dall'imperatrice Eudossia. Il viaggio si risolse in una paurosa avventura e il Crisostomo scrisse a Gaudenzio per esprimergli la propria riconoscenza. La morte colse il vescovo di Brescia verso il 410, una data fatidica per Roma.
PREGHIERE DEL MATTINO
PREGHIERE DEL MATTINO.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. |
TI ADORO.
Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata, fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen. PADRE NOSTRO. Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. AVE MARIA. Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen. GLORIA AL PADRE. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, dei secoli. Amen. CREDO O SIMBOLO APOSTOLICO. Credo in Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocefisso, morì e fu sepolto. Discese agli inferi, il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture. E’ salito al cielo, siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa chiesa Cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la resurrezione della carne, la vita eterna. Amen. ANGELO DI DIO. Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato/a dalla pietà celeste. Amen. SALVE O REGINA. Salve O Regina, Madre di misericordia, vita e dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo esuli figli di Eva, a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque avvocata nostra, volgi a noi, quegli occhi tuoi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. GESÙ, GIUSEPPE E MARIA. Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l’anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell’ultima agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l’anima mia. OFFERTA DELLA GIORNATA.Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. PER LA FAMIGLIA.Il Dio della pace benedica e custodisca la nostra famiglia. Ci renda capaci di fare la sua volontà in tutte le nostre azioni e accresca in noi ciò che gli è gradito. Amen. ATTO DI FEDE.Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo tutto quello tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Credo in te, unico vero Dio in tre persone uguali e distintamente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, morto e risorto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede voglio sempre vivere. Signore accresci la mia fede. ATTO DI SPERANZA.Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere che io debbo e voglio fare. Signore, che io possa goderti in eterno. ATTO DI CARITA’Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amore tuo amo il prossimo come me stesso e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più.PREGHIERA QUOTIDIANA: "SEGRETO DI SANTITA’ ".O Spirito Santo, anima della mia anima, io ti adoro, illuminami, guidami, fortificami, consolami, dimmi quello che devo fare, dammi i tuoi ordini: ti prometto di sottomettermi a tutto quello che desideri da me e di accettare quello che permetterai che mi succeda. Fammi soltanto conoscere la tua volontà! Amen |
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. |
Iscriviti a:
Post (Atom)