IL BLOG DEI CENACOLI ATTIVO PER DARE PACE E AMORE. VISITA IL SITO www.cenacolidimaria.it
sabato 15 dicembre 2007
i camion che bloccano l'italia
I camion hanno bloccato l’Italia. Non è una novità, la bloccano tutti i giorni. Sono sempre immobili sui cavalcavia, nelle tangenziali, dentro ai tunnel. I camion non viaggiano, parcheggiano in movimento. Metà sono vuoti. Quando arrivano a destinazione ritornano indietro senza un altro carico. Il trionfo dell’ignavia dei governi. Esistono decine di migliaia di piccole aziende padronali, ma vi pare possibile? Se fossimo un Paese serio domani ci sarebbe in circolazione la metà dei camion a parità di merci trasportate.La penisola italiana è una piattaforma naturale sul mare. Le repubbliche marinare sono nate qui, ma i nostri porti sono in declino. Una integrazione del trasporto nave/treno/camion non esiste. Più camion, più pedaggi, più gasolio: chi ci guadagna? Stato, Fiat, società autostradali, petrolieri.I camionisti si ritrovano a competere sulle strade senza soste e senza orari per un pugno di euro. A quando una programmazione nazionale dei trasporti che venga attuata in tre anni sotto il controllo dei cittadini?Lo sciopero ha avuto i suoi lati positivi, grazie alla diminuzione del monossido di carbonio ogni italiano ha guadagnato un paio di giorni di vita. Le città sono diventate più serene e sono fiorite le biciclette. Chi vive in campagna è tornato a comprare latte e uova dal contadino. La macchina è rimasta parcheggiata e abbiamo risparmiato in benzina. Abbiamo rivolto la parola dopo anni al vicino di casa per chiedergli il sale.In questi giorni siamo a Bali insieme alle altre nazioni del mondo. Un po’ per prendere il sole, ho visto un Pecoraro abbronzato in diretta tv. E un po’ per sparare cazzate. Nelle nostre città non ci sono taxi e autobus elettrici, né piste ciclabili. Abbiamo sforato i parametri di Kyoto per il CO2. Costruiamo inceneritori e blateriamo di nucleare sicuro. E non siamo neppure capaci di far viaggiare i camion pieni. Mi viene una sola parola per descrivere questa situazione: “Buffoni!”.
madonna di fatima
In diverse occasioni di quest’anno, è stato ricordato il 90° delle apparizioni della Madonna a Fatima, dal Santo Padre Benedetto XVI fino al semplice fedeli, dagli anziani ai giovani, ammalati, studenti, infine sarebbe difficile trovare una persona che non abbia detto, scritto oppure sentito qualcosa sul Messaggio della Madonna alla Cova da Iria… al meno nei paesi dove la libertà religiosa è rispettata.
“Luci sull’Est” ha promosso, il 17 novembre scorso, un riuscito convegno commemorativo dal titolo “Fatima, faro per l’umanità”, il quale sarà trattato più dettagliatamente sul prossimo numero del nostro periodico “Spunti”. Comunque, potete vedere alcune delle foto con il numeroso pubblico che ha potuto rendere questo omaggio alla Madonna di Fatima sulla galleria fotografica del nostro sito, inoltre leggere il testo del profondo commento che ha fatto il Padre Massimiliano Zangheratti, segretario generale dell'ordine dei Frati Francescani dell'Immacolata; oppure il commovente intervento (di cui potete ascoltare la registrazione on line) del giovane Padre Pavlo Vyshkovsky OMI sul martirio della Chiesa in Ucraina… anche durante il periodo della “glasnost” e della “perestroika”, per concludere con la testimonianza di Mons. Tadeusz Kondrusiewicz su 15 anni di attività all’est, tutta piena di disinteressata dedizione.
Per questo tempo dell’Avvento, ci sono diversi articoli molto utile sul sito di “Luci sull’Est”. Però vogliamo qui chiedere la vostra attenzione alla bellissima storia di uno dei canti natalizi più famosi: Stille Nacht (Notte santa).
E facciamo nostri gli auguri contenuti in questo articolo del Prof. Plinio Corrêa de Oliveira (*):
VENGA IL VOSTRO REGNO !
Se in tutte le epoche della storia cristiana la data del Natale apre una parentesi gioiosa e tranquilla nel corso normale e laborioso della vita quotidiana, nella nostra epoca caratterizzata da una crisi religiosa così grave da abbracciare tutta la vita sociale - questa celebrazione acquista un significato speciale.
La commemorazione dell'evento trascendentale accaduto nella grotta di Betlemme - la nascita del Verbo di Dio, il Messia preannunziato dai profeti - equivale ad un universale sursum corda proclamato a una umanità tumultuosa e sofferente, che si va immergendo sempre più nel caos della completa dissoluzione morale e sociale.
Secondo il messaggio dei Profeti, il popolo eletto sperava la salvezza da un Messia che sarebbe nato dalla stirpe di Davide. Tutti gli altri popoli della terra, pur non avendo ricevuto i messaggi divini trasmessi dai Profeti, conservavano una reminiscenza della promessa di un Salvatore fatta da Dio ad Adamo ed Eva al momento della loro cacciata dal Paradiso. Pertanto conservavano anche la tradizionale speranza, più o meno deformata, che un Salvatore avrebbe dovuto rigenerare l'umanità sofferente e peccatrice.
Questa speranza, poi, era giunta all'apice nell'epoca in cui Nostro Signore veniva al mondo. L'Impero romano si estendeva per tutto il mare Mediterraneo ed anche nel continente europeo. Il commercio si era intensificato per mezzo dell'apertura di strade o dell'intensificarsi della navigazione. Gli uomini avevano ottenuto i beni desiderati, ma, una volta faticosamente conquistati questi strumenti di felicità, non sapevano che farsene.
Tutto ciò che avevano desiderato a lungo, per tanto tempo e con tanti sforzi, lasciava nella loro anima un terribile vuoto; anzi, in molti casi li tormentava. Infatti, in mano di chi non sa trarne il debito vantaggio, potere e ricchezza servono soltanto a causare afflizioni e a procurare sofferenze.
Fu in questo scenario, mentre uomini di Stato e moralisti dell'epoca discutevano gravemente su così tanti e tanto insolubili problemi, che in una stalla di Betlemme, durante una notte tranquilla e benedetta, s'irraggiò sul mondo la salvezza.
La società del futuro, prodotta dalla soluzione dei problemi più importanti e vitali dell'epoca, nasceva allora a Betlemme, ed era dalle mani verginali di Nostra Signora che il mondo riceveva il Messia, destinato a redimere il mondo col Suo Sangue e a riorganizzarlo secondo il Suo Vangelo.
Qual’è la lezione principale che dobbiamo trarne?
In primo luogo, come per l'umanità dell'epoca di Augusto la soluzione dei più intricati problemi sociali e politici non fu trovata se non in Nostro Signore Gesù Cristo, così anche nel nostro tempo è soltanto nei suoi insegnamenti che dobbiamo porre le nostre speranze. « Instaurare omnia in Christo », fu il motto del grande Pontefice san Pio X.
Ma c'è anche un'altra riflessione, ancora più opportuna.
I teologi concordano nell'affermare che, se la salvezza si irraggiò pel mondo in quel tempo, lo dobbiamo alle onnipotenti preghiere della Ss.ma Vergine, che ottenne di anticipare il giorno della nascita del Messia. Nessuno può dire per quanti anni, o quanti secoli, la Redenzione avrebbe tardato, senza le preghiere di Maria.
Questa Redenzione avvenne per opera della preghiera umile e fiduciosa della Vergine Maria, interamente ignorata dai suoi contemporanei, dato che ella conduceva una vita contemplativa e solitaria nel piccolo angolo in cui la Provvidenza l'aveva fatta nascere.
Senza voler per questo sminuire, per poco che sia, la vita attiva, bisogna notare che fu per mezzo della preghiera e della contemplazione che il momento della Redenzione fu anticipato, e che quei benefici che il genio di Augusto e la sapienza di tutti i grandi politici, generali e amministratori del suo tempo non avevano potuto dare al mondo, Dio li dispensò per mezzo di Maria.
Inginocchiati davanti al Presepio, rivolgiamo al Divino Infante, per mezzo della Sua Santissima Madre, le nostre più ardenti preghiere: prima di tutto, per ciò che amiamo di più al mondo, ossia la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Preghiamo per i santi, perché diventino più santi; per i buoni, perché si santifichino; per i tiepidi, perché diventino fervorosi; per i peccatori, perché diventino buoni; per gli empi, perché si convertino. Preghiamo quindi per noi stessi, per diventare più esigenti nell'ortodossia, più severi nella purezza, più fedeli nell'avversità, più pazienti nelle umiliazioni, più energici nella lotta [“militia est vita hominis super terram”, Giob 7), più compassionevoli verso coloro che, vergognandosi dei loro peccati, lodano pubblicamente la virtù e si sforzano seriamente di conquistarla.
Domine, adveniat Regnum tuum. Signore, venga il Vostro Regno: si realizzi esso in noi, per venir poi diffuso intorno a noi.
(*) “Legionario”, 25 dicembre 1938, organo ufficioso dell’Arcidiocesi di Sao Paulo-Brasile.
“Luci sull’Est” ha promosso, il 17 novembre scorso, un riuscito convegno commemorativo dal titolo “Fatima, faro per l’umanità”, il quale sarà trattato più dettagliatamente sul prossimo numero del nostro periodico “Spunti”. Comunque, potete vedere alcune delle foto con il numeroso pubblico che ha potuto rendere questo omaggio alla Madonna di Fatima sulla galleria fotografica del nostro sito, inoltre leggere il testo del profondo commento che ha fatto il Padre Massimiliano Zangheratti, segretario generale dell'ordine dei Frati Francescani dell'Immacolata; oppure il commovente intervento (di cui potete ascoltare la registrazione on line) del giovane Padre Pavlo Vyshkovsky OMI sul martirio della Chiesa in Ucraina… anche durante il periodo della “glasnost” e della “perestroika”, per concludere con la testimonianza di Mons. Tadeusz Kondrusiewicz su 15 anni di attività all’est, tutta piena di disinteressata dedizione.
Per questo tempo dell’Avvento, ci sono diversi articoli molto utile sul sito di “Luci sull’Est”. Però vogliamo qui chiedere la vostra attenzione alla bellissima storia di uno dei canti natalizi più famosi: Stille Nacht (Notte santa).
E facciamo nostri gli auguri contenuti in questo articolo del Prof. Plinio Corrêa de Oliveira (*):
VENGA IL VOSTRO REGNO !
Se in tutte le epoche della storia cristiana la data del Natale apre una parentesi gioiosa e tranquilla nel corso normale e laborioso della vita quotidiana, nella nostra epoca caratterizzata da una crisi religiosa così grave da abbracciare tutta la vita sociale - questa celebrazione acquista un significato speciale.
La commemorazione dell'evento trascendentale accaduto nella grotta di Betlemme - la nascita del Verbo di Dio, il Messia preannunziato dai profeti - equivale ad un universale sursum corda proclamato a una umanità tumultuosa e sofferente, che si va immergendo sempre più nel caos della completa dissoluzione morale e sociale.
Secondo il messaggio dei Profeti, il popolo eletto sperava la salvezza da un Messia che sarebbe nato dalla stirpe di Davide. Tutti gli altri popoli della terra, pur non avendo ricevuto i messaggi divini trasmessi dai Profeti, conservavano una reminiscenza della promessa di un Salvatore fatta da Dio ad Adamo ed Eva al momento della loro cacciata dal Paradiso. Pertanto conservavano anche la tradizionale speranza, più o meno deformata, che un Salvatore avrebbe dovuto rigenerare l'umanità sofferente e peccatrice.
Questa speranza, poi, era giunta all'apice nell'epoca in cui Nostro Signore veniva al mondo. L'Impero romano si estendeva per tutto il mare Mediterraneo ed anche nel continente europeo. Il commercio si era intensificato per mezzo dell'apertura di strade o dell'intensificarsi della navigazione. Gli uomini avevano ottenuto i beni desiderati, ma, una volta faticosamente conquistati questi strumenti di felicità, non sapevano che farsene.
Tutto ciò che avevano desiderato a lungo, per tanto tempo e con tanti sforzi, lasciava nella loro anima un terribile vuoto; anzi, in molti casi li tormentava. Infatti, in mano di chi non sa trarne il debito vantaggio, potere e ricchezza servono soltanto a causare afflizioni e a procurare sofferenze.
Fu in questo scenario, mentre uomini di Stato e moralisti dell'epoca discutevano gravemente su così tanti e tanto insolubili problemi, che in una stalla di Betlemme, durante una notte tranquilla e benedetta, s'irraggiò sul mondo la salvezza.
La società del futuro, prodotta dalla soluzione dei problemi più importanti e vitali dell'epoca, nasceva allora a Betlemme, ed era dalle mani verginali di Nostra Signora che il mondo riceveva il Messia, destinato a redimere il mondo col Suo Sangue e a riorganizzarlo secondo il Suo Vangelo.
Qual’è la lezione principale che dobbiamo trarne?
In primo luogo, come per l'umanità dell'epoca di Augusto la soluzione dei più intricati problemi sociali e politici non fu trovata se non in Nostro Signore Gesù Cristo, così anche nel nostro tempo è soltanto nei suoi insegnamenti che dobbiamo porre le nostre speranze. « Instaurare omnia in Christo », fu il motto del grande Pontefice san Pio X.
Ma c'è anche un'altra riflessione, ancora più opportuna.
I teologi concordano nell'affermare che, se la salvezza si irraggiò pel mondo in quel tempo, lo dobbiamo alle onnipotenti preghiere della Ss.ma Vergine, che ottenne di anticipare il giorno della nascita del Messia. Nessuno può dire per quanti anni, o quanti secoli, la Redenzione avrebbe tardato, senza le preghiere di Maria.
Questa Redenzione avvenne per opera della preghiera umile e fiduciosa della Vergine Maria, interamente ignorata dai suoi contemporanei, dato che ella conduceva una vita contemplativa e solitaria nel piccolo angolo in cui la Provvidenza l'aveva fatta nascere.
Senza voler per questo sminuire, per poco che sia, la vita attiva, bisogna notare che fu per mezzo della preghiera e della contemplazione che il momento della Redenzione fu anticipato, e che quei benefici che il genio di Augusto e la sapienza di tutti i grandi politici, generali e amministratori del suo tempo non avevano potuto dare al mondo, Dio li dispensò per mezzo di Maria.
Inginocchiati davanti al Presepio, rivolgiamo al Divino Infante, per mezzo della Sua Santissima Madre, le nostre più ardenti preghiere: prima di tutto, per ciò che amiamo di più al mondo, ossia la Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana. Preghiamo per i santi, perché diventino più santi; per i buoni, perché si santifichino; per i tiepidi, perché diventino fervorosi; per i peccatori, perché diventino buoni; per gli empi, perché si convertino. Preghiamo quindi per noi stessi, per diventare più esigenti nell'ortodossia, più severi nella purezza, più fedeli nell'avversità, più pazienti nelle umiliazioni, più energici nella lotta [“militia est vita hominis super terram”, Giob 7), più compassionevoli verso coloro che, vergognandosi dei loro peccati, lodano pubblicamente la virtù e si sforzano seriamente di conquistarla.
Domine, adveniat Regnum tuum. Signore, venga il Vostro Regno: si realizzi esso in noi, per venir poi diffuso intorno a noi.
(*) “Legionario”, 25 dicembre 1938, organo ufficioso dell’Arcidiocesi di Sao Paulo-Brasile.
BUON GIORNO PER TUTTO IL GIORNO
15 dicembreBattaglia in Afghanistan, riconquistata una città in mano ai talebani · Italia, il Governo incontra gli autotrasportatori · Cristina Fernández de Kirchner assume la presidenza dell'Argentina · Ripristinato dopo 50 anni il servizio ferroviario tra le due Coree · Algeri: due attentati nella città, moltissime vittime · Giappone: ennesimo suicidio di gruppo, quattro morti · Romano Prodi non incontrerà il Dalai Lama
Ludwik Lejzer Zamenhof
Nati il 15 dicembre ...Nerone (37)Antoine Henri Becquerel (1852)Ludwik Lejzer Zamenhof (1859)
e morti ...Toro Seduto (1890)Glenn Miller (1944)Walt Disney (1966)
In questo giorno accadde ...1896 - Il medico italiano Scipione Riva-Rocci presenta alla stampa scientifica lo sfigmomanometro di sua ideazione.1902 - In Gran Bretagna viene fondata la BBC (The British Broadcasting Corporation).1916 - Prima Guerra Mondiale: la Francia vince la Battaglia di Verdun.2000 - Chiusura definitiva della centrale nucleare di Cernobyl.2001 - La torre pendente di Pisa riapre al pubblico dopo undici anni di lavori.Oggi ricorre: la Chiesa cristiana ricorda santa Virginia; la Religione romana celebra i Consualia.
Iscriviti a:
Post (Atom)