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giovedì 24 ottobre 2013
PIO XII AVEVA RAGIONE

Siamo tutti discendenti di Adamo ed Eva. A dircelo non è più solo la Bibbia ma, in un certo qual modo, anche la scienza. Come Amleto che prendendo un teschio gli rivolge la celebre domanda “Essere o non essere?”, così il paleoantropologo David Lordkipanidze reggendo tra le mani il teschio di un ominide o essere umano – la cosa è ancora da stabilire – trovato a Dmanisi in Georgia si è domandato: “Apparteniamo tutti alla stessa specie oppure no?”.
L’interrogativo nasce dal fatto che fino a ieri era dogma inconfutabile il fatto che esistevano cinque specie differenti di ominidi: l’Homo rudolfensis, l’Homo ergaster, l’Homo erectus, l’Homo georgicus e l’Homo habilis. I lettori del presente articolo, tutti esponenti dell’homo sapiens sapiens, provengono secondo la teoria darwiniana dall’homo habilis che si sarebbe evoluto nell’ergaster e infine nell’erectus (tralasciamo tante altre tappe). Gli scienziati erano sicuri che queste cinque tipologie di ominidi fossero altrettante specie a se stanti, semmai legate tra loro come abbiamo visto da una linea evolutiva, perché la conformazione morfologica dei resti di ciascuno di essi era assai differente da specie a specie.
Ma al prof. Lordkipanidze è accaduta una cosa strana, così singolare che ne ha dato un resoconto nell’articolo scientifico “A Complete Skull from Dmanisi, Georgia, and the Evolutionary Biology of Early Homo” pubblicato lo scorso 18 ottobre sulla rivista Science. Nel 2005 il professore trova quattro resti di ominidi risalenti a 1,8 milioni di anni fa e poi rinviene lì vicino un altro teschio simile agli altri quattro e sicuramente contemporaneo a questi, conservato in modo eccellente. Il fossile meglio conservato di questo periodo, spiegano gli esperti. L’equipe di ricerca confronta lo “Skull 5” – questo il nome del quinto cranio ritrovato – con gli altri quattro e arriva ad una conclusione: tutti questi cinque resti appartengono alla medesima specie, sebbene differiscano in qualche particolare. La conclusione ne porta con sé un’altra degna dei più alti consessi accademici: vuoi vedere che come questi cinque resti appartengono tutti alla stessa specie, così anche le cinque specie di cui sopra in realtà non sono altro che cinque razze appartenenti alla medesima specie? La domanda si fa ancor più insistente perché i resti trovati in Georgia assommano in sé molte delle caratteristiche delle altre quattro specie.
Christoph Zollikofer, dell’Anthropological Institute and Museum di Zurigo, che insieme all’università di Harvard e di Tel Aviv ha collaborato alla ricerca, afferma che le differenze tra le cinque specie in realtà sono le stesse che si possono trovare in cinque nostri contemporanei che vivono in diversi continenti. Naturalmente sono piovute critiche a destra e a manca dalla comunità scientifica soprattutto dai sostenitori del darwinismo. Sì perché supporre uno scenario dove cinque diverse specie esistenti hanno poi lasciato il campo ad una sola, quella che ha poi prodotto l’homo sapiens sapiens, andrebbe a suffragare l’idea evoluzionista la quale predica che sopravvive solo la specie che meglio si adatta all’ambiente. Invece se la specie è unica fin dal principio è falso che l’homo sapiens sapiens derivi per via evolutiva da perlomeno altre tre specie precedenti: se non ci sono specie tra loro diverse cade anche il dogma dell’evoluzione tra le specie. Sarebbe una stoccata quasi mortale all’evoluzionismo.
Certo il problema rimane: bisogna ancora verificare che l’unica specie da cui alla fine deriva l’homo sapiens sapiens sia umana o scimmiesca. La soluzione potrebbe venire dall’analisi del Dna, ma purtroppo «per il momento – dice Gianfranco Biondi, dell’Università dell’Aquila – non siamo in grado di estrarre il Dna dalle ossa come è stato fatto per Homo sapiens e i Neanderthal. Non abbiamo la tecnologia per andare oltre 150.000 anni fa».
Però il dato che il genere umano potrebbe derivare da un’unica radice sarebbe la conferma scientifica di ciò che la Chiesa da sempre predica. Pio XII già nel 1950 infatti così scriveva: «Però quando si tratta […] del poligenismo, allora i figli della Chiesa non godono affatto della medesima libertà [di opinione]. I fedeli non possono abbracciare quell'opinione i cui assertori insegnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra veri uomini che non hanno avuto origine, per generazione naturale, dal medesimo come da progenitore di tutti gli uomini, oppure che Adamo rappresenta l'insieme di molti progenitori; non appare in nessun modo come queste affermazioni si possano accordare con quanto le fonti della Rivelazione e gli atti del Magistero della Chiesa ci insegnano circa il peccato originale, che proviene da un peccato veramente commesso da Adamo individualmente e personalmente, e che, trasmesso a tutti per generazione, è inerente in ciascun uomo come suo proprio Magistero insegnano». Ora se proveniamo tutti dal medesimo progenitore (monogenismo), a maggior ragione non possiamo che provenire tutti dalla stessa specie. Insomma ancora una volta Rivelazione e scienza vanno a braccetto e non possono che farlo dato che l’Autore della prima e anche Creatore della natura, oggetto delle ricerche degli scienziati. Quel teschio fossile in fondo in fondo strizza l’occhio ad Adamo ed Eva.
Ovviamente è un po’ presto per chiedere alla scienza di provare – posto che mai si possa provare – che l’albero genealogico di tutta l’umanità ha le sue radici in una sola coppia di progenitori, però è certo che, come dire, il cerchio si sta stringendo. Allora forse dietro a quel cranio vecchio di quasi due milioni di anni ancora una volta si cela la firma di Dio.
L’interrogativo nasce dal fatto che fino a ieri era dogma inconfutabile il fatto che esistevano cinque specie differenti di ominidi: l’Homo rudolfensis, l’Homo ergaster, l’Homo erectus, l’Homo georgicus e l’Homo habilis. I lettori del presente articolo, tutti esponenti dell’homo sapiens sapiens, provengono secondo la teoria darwiniana dall’homo habilis che si sarebbe evoluto nell’ergaster e infine nell’erectus (tralasciamo tante altre tappe). Gli scienziati erano sicuri che queste cinque tipologie di ominidi fossero altrettante specie a se stanti, semmai legate tra loro come abbiamo visto da una linea evolutiva, perché la conformazione morfologica dei resti di ciascuno di essi era assai differente da specie a specie.
Ma al prof. Lordkipanidze è accaduta una cosa strana, così singolare che ne ha dato un resoconto nell’articolo scientifico “A Complete Skull from Dmanisi, Georgia, and the Evolutionary Biology of Early Homo” pubblicato lo scorso 18 ottobre sulla rivista Science. Nel 2005 il professore trova quattro resti di ominidi risalenti a 1,8 milioni di anni fa e poi rinviene lì vicino un altro teschio simile agli altri quattro e sicuramente contemporaneo a questi, conservato in modo eccellente. Il fossile meglio conservato di questo periodo, spiegano gli esperti. L’equipe di ricerca confronta lo “Skull 5” – questo il nome del quinto cranio ritrovato – con gli altri quattro e arriva ad una conclusione: tutti questi cinque resti appartengono alla medesima specie, sebbene differiscano in qualche particolare. La conclusione ne porta con sé un’altra degna dei più alti consessi accademici: vuoi vedere che come questi cinque resti appartengono tutti alla stessa specie, così anche le cinque specie di cui sopra in realtà non sono altro che cinque razze appartenenti alla medesima specie? La domanda si fa ancor più insistente perché i resti trovati in Georgia assommano in sé molte delle caratteristiche delle altre quattro specie.
Christoph Zollikofer, dell’Anthropological Institute and Museum di Zurigo, che insieme all’università di Harvard e di Tel Aviv ha collaborato alla ricerca, afferma che le differenze tra le cinque specie in realtà sono le stesse che si possono trovare in cinque nostri contemporanei che vivono in diversi continenti. Naturalmente sono piovute critiche a destra e a manca dalla comunità scientifica soprattutto dai sostenitori del darwinismo. Sì perché supporre uno scenario dove cinque diverse specie esistenti hanno poi lasciato il campo ad una sola, quella che ha poi prodotto l’homo sapiens sapiens, andrebbe a suffragare l’idea evoluzionista la quale predica che sopravvive solo la specie che meglio si adatta all’ambiente. Invece se la specie è unica fin dal principio è falso che l’homo sapiens sapiens derivi per via evolutiva da perlomeno altre tre specie precedenti: se non ci sono specie tra loro diverse cade anche il dogma dell’evoluzione tra le specie. Sarebbe una stoccata quasi mortale all’evoluzionismo.
Certo il problema rimane: bisogna ancora verificare che l’unica specie da cui alla fine deriva l’homo sapiens sapiens sia umana o scimmiesca. La soluzione potrebbe venire dall’analisi del Dna, ma purtroppo «per il momento – dice Gianfranco Biondi, dell’Università dell’Aquila – non siamo in grado di estrarre il Dna dalle ossa come è stato fatto per Homo sapiens e i Neanderthal. Non abbiamo la tecnologia per andare oltre 150.000 anni fa».
Però il dato che il genere umano potrebbe derivare da un’unica radice sarebbe la conferma scientifica di ciò che la Chiesa da sempre predica. Pio XII già nel 1950 infatti così scriveva: «Però quando si tratta […] del poligenismo, allora i figli della Chiesa non godono affatto della medesima libertà [di opinione]. I fedeli non possono abbracciare quell'opinione i cui assertori insegnano che dopo Adamo sono esistiti qui sulla terra veri uomini che non hanno avuto origine, per generazione naturale, dal medesimo come da progenitore di tutti gli uomini, oppure che Adamo rappresenta l'insieme di molti progenitori; non appare in nessun modo come queste affermazioni si possano accordare con quanto le fonti della Rivelazione e gli atti del Magistero della Chiesa ci insegnano circa il peccato originale, che proviene da un peccato veramente commesso da Adamo individualmente e personalmente, e che, trasmesso a tutti per generazione, è inerente in ciascun uomo come suo proprio Magistero insegnano». Ora se proveniamo tutti dal medesimo progenitore (monogenismo), a maggior ragione non possiamo che provenire tutti dalla stessa specie. Insomma ancora una volta Rivelazione e scienza vanno a braccetto e non possono che farlo dato che l’Autore della prima e anche Creatore della natura, oggetto delle ricerche degli scienziati. Quel teschio fossile in fondo in fondo strizza l’occhio ad Adamo ed Eva.
Ovviamente è un po’ presto per chiedere alla scienza di provare – posto che mai si possa provare – che l’albero genealogico di tutta l’umanità ha le sue radici in una sola coppia di progenitori, però è certo che, come dire, il cerchio si sta stringendo. Allora forse dietro a quel cranio vecchio di quasi due milioni di anni ancora una volta si cela la firma di Dio.
Mons. Paglia: diritti individuali troppo esaltati, sgretolano famiglia luogo del "noi"
Mons. Paglia: diritti individuali troppo esaltati, sgretolano famiglia luogo del "noi"




D. - Mons. Paglia, 30 anni fa la Carta dei Diritti della famiglia poneva nero su bianco i principi fondamentali di questa istituzione, “espressi – si leggeva nel preambolo del documento vaticano – nella coscienza dell’essere umano e nei valori comuni a tutta l’umanità”. Questa Carta è tuttora valida? Va difesa e valorizzata? O va rivista?
D. – Anzitutto, va difesa e valorizzata perché non dimentichiamo che la famiglia come soggetto giuridico è una dimensione che attraversa i secoli, non è che sia nata l’altro ieri o cento anni fa. C’è una dimensione che attraversa la storia, che ha fatto della famiglia il primo luogo nel quale si apprende a essere assieme: è il primo “noi”. E, in questo senso, sottolinearne la soggettività è un riconoscimento dovuto soprattutto in un tempo nel quale lo sviluppo è diretto in particolare verso i diritti individuali, che – ovviamente – sono anch’essi sacrosanti, ma guai a contrapporli o ad esaltarli senza tener conto di quel “noi” della famiglia. In questi 30 anni, sono certamente cambiate ancora tantissime cose nella società, nella cultura oltre che in altri ambiti. Ma non c’è dubbio che – seppure possa essere necessario qualche aggiornamento – resta però in tutta la sua validità la richiesta alle comunità ecclesiali, ma anche alle diverse realtà civili e statali, che la famiglia sia riconosciuta come un soggetto che ha un suo valore, una sua vocazione, e diritti come anche doveri.
D. – Da un lato, tutti sulla carta difendono la famiglia in quanto tale, ma effettivamente c’è molta poca chiarezza. Ci sono anche molte spinte disgregatrici della famiglia, come viene intesa nel modo tradizionale, non solo dalla Chiesa ma anche dalle Carte delle Nazioni Unite…
R. – Io direi vi è anzitutto una riflessione da fare: siamo di fronte a una sorta di esaltazione dell’“io” fino ad averne le vertigini e la sottolineatura unilaterale o assoluta dell’“io” sta, in realtà, sgretolando la famiglia, ma non solo: sgretola tante altre forme di socialità. Non è un caso che siano in crisi le società delle città, le società delle Nazioni, sono in crisi i partiti, sono in crisi tante forme associative. Questo, perché? Perché, appunto, l’“io” diventa una sorta di idolo verso il quale tutto va piegato: sul suo altare si sacrifica tutto. Ecco perché bisogna essere molto cauti nell’incrinare questo soggetto che, come dicevo prima, ha attraversato i secoli, che è vero che è mutato nelle sue manifestazioni, ma non certo nella sua sostanza. E questo va compreso con grande attenzione. Penso che debba far riflettere un fatto che sta emergendo in questi ultimi anni, e cioè la crescita delle cosiddette famiglie uni personali, cioè dei single che si ritengono famiglia. Questo mi suggerisce una riflessione: che rifiutare o non attuare il matrimonio e la famiglia non vuol dire che crescano le altre forme, ma si va verso una sorta di società de-familiarizzata, in cui qualsiasi legame diventa a tal punto pesante che alla fine si decide che sia meglio star soli.
D. – Di questi temi sicuramente si parlerà nel Convegno pubblico, che è un’occasione anche per interpellare gli esperti…
R. – Il discernimento o l’approccio, l’incontro con la società richiede anche una logica scientifica, giuridica, sociologica per coglierne i diversi aspetti.
D. – Poi, ci saranno le famiglie protagoniste, sabato e domenica …
R. – E questo è l’altro appuntamento straordinario: il pellegrinaggio delle famiglie del mondo a Roma. Provengono da più di 75 Paesi, credo che siano 150-200 mila famiglie, che manifesteranno la gioia di essere, appunto, famiglie cristiane, il che non vuol dire che non ci siano problemi, dolori, difficoltà. Le famiglie che vengono qui, però, vogliono dire che la gioia e la bellezza della famiglia vale la pena anche con tutti i problemi che possano esserci. E’ la gioia più grande.
PREGHIERA DELLA SERA

PREGHIERE DELLA SERA.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. |
TI ADORO, MIO DIO.Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questo giorno. Perdonami il male, oggi commesso e, se qualche bene compiuto, accettalo. Custodiscimi nel riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen.
PADRE NOSTRO. Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. AVE MARIA. Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu si benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen. GLORIA AL PADRE. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, nei secoli. Amen. ATTO DI DOLORE ![]() ![]() Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l'anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell'ultima mia agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l'anima mia.L'ETERNO RIPOSO L'eterno riposo dona loro, o Signore, e splenda ad essi la luce perpetua. Riposino in pace. Amen. AL TERMINE DEL GIORNO Al termine del giorno, o sommo Creatore, vegliaci nel riposo con amore di Padre. Dona salute al corpo e fervore allo spirito, la tua luce rischiari le ombre della notte. Nel sonno delle membra resti fedele il cuore, e al ritorno dell'alba intoni la tua lode. VISITA, 0 PADREVisita, o Padre, la nostra casa e tieni lontano le insidie del nemico; vengano i santi angeli a custodirci nella pace, e la tua benedizione rimanga sempre con noi. Amen. ALL'ANGELO CUSTODEO Angelo Santo, che per infinita bontà di Dio sei chiamato a custodirmi, assistimi nei bisogni, consolami nelle mie afflizioni, difendimi dai nemici, allontanami dalle occasioni di peccato, fa' che io sia docile obbediente alle tue ispirazioni, proteggimi particolarmente nell'ora della mia morte, e non mi abbandonare fino a che non mi abbia guidato al mio celeste soggiorno in Paradiso. Amen. ANGELO DI DIO. Angelo di Dio, che sei il mio custode, illuminami, custodiscimi, reggi e governa me che ti fui affidato dalla pietà celeste. Amen. |
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. |
Non c'è Chiesa senza la Madonna

Nell'udienza generale del 23 ottobre 2013 Papa Francesco ha continuato la catechesi sul Credo, dedicata già nelle ultime udienze al tema «Credo la Chiesa». Questa volta il Papa ha dedicato la sua catechesi a qualcuno che nel versetto del Credo sulla Chiesa non c'è, ma è presente implicitamente: la Madonna, che è «immagine e modello della Chiesa». Non c'è Chiesa dove non c'è la Madonna. È impossibile parlare della Chiesa senza parlare di Maria, e il Concilio Ecumenico Vaticano II scelse di non dedicare un documento separato alla Madonna, ma d'includerla nel documento sulla Chiesa, proprio per sottolineare questo aspetto. Leggiamo nella Costituzione «Lumen gentium»: «Come già insegnava Sant’Ambrogio [337-397], la Madre di Dio è figura della Chiesa nell’ordine della fede, della carità e della perfetta unione con Cristo» (n. 63).
Ciascuna di queste espressioni è stata commentata dal Pontefice. Primo: Maria è figura della Chiesa «come modello di fede». In che senso? «Pensiamo a chi era la Vergine Maria: una ragazza ebrea, che aspettava con tutto il cuore la redenzione del suo popolo. Ma in quel cuore di giovane figlia d’Israele c’era un segreto che lei stessa ancora non conosceva: nel disegno d’amore di Dio era destinata a diventare la Madre del Redentore». Quando, al momento dell'Annunciazione, la Madonna accetta liberamente questo disegno divino, «la fede di Maria riceve una luce nuova: si concentra su Gesù, il Figlio di Dio che da lei ha preso carne e nel quale si compiono le promesse di tutta la storia della salvezza». Non possiamo capire questo passaggio senza il Vecchio Testamento. In effetti, «la fede di Maria è il compimento della fede d’Israele, in lei è proprio concentrato tutto il cammino, tutta la strada di quel popolo che aspettava la redenzione, e in questo senso è il modello della fede della Chiesa, che ha come centro Cristo, incarnazione dell’amore infinito di Dio».
Possiamo anche chiederci come, in concreto, Maria ha vissuto questa fede. «L’ha vissuta nella semplicità delle mille occupazioni e preoccupazioni quotidiane di ogni mamma, come provvedere il cibo, il vestito, la cura della casa... Proprio questa esistenza normale della Madonna fu il terreno dove si svolse un rapporto singolare e un dialogo profondo tra lei e Dio, tra lei e il suo Figlio». Sempre crescendo e alimentandosi, questo dialogo è arrivato fino alla Croce. «Lì la sua maternità si è dilatata abbracciando ognuno di noi, la nostra vita, per guidarci al suo Figlio». Lì si compie tutta la vita di fede della Madonna. «Maria è vissuta sempre immersa nel mistero del Dio fatto uomo, come sua prima e perfetta discepola, meditando ogni cosa nel suo cuore alla luce dello Spirito Santo, per comprendere e mettere in pratica tutta la volontà di Dio».
Secondo: Maria è figura della Chiesa come «modello di carità». Anche qui, è la biografia della Vergine che aiuta a capire. «Pensiamo alla sua disponibilità nei confronti della parente Elisabetta. Visitandola, la Vergine Maria non le ha portato soltanto un aiuto materiale, anche questo, ma ha portato Gesù, che già viveva nel suo grembo. Portare Gesù in quella casa voleva dire portare la gioia, la gioia piena». Ancora oggi, «la Madonna vuole portare anche a noi, a noi tutti, il grande dono che è Gesù; e con Lui ci porta il suo amore, la sua pace, la sua gioia».
Se la Chiesa è come Maria, allora - Papa Francesco ripete qui espressioni che gli sono care - «la Chiesa non è un negozio, non è un’agenzia umanitaria, la Chiesa non è una Ong, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo; non porta se stessa!». «Se per ipotesi, una volta succedesse che la Chiesa non porta Gesù, quella sarebbe una Chiesa morta!». Può fare tante opere umanitarie ma, se non porta Gesù, non è la Chiesa, e il suo amore è «annacquato» e interessato. Ecco allora la domanda: «a Gesù piace l’amore interessato? No, non gli piace, perché l’amore deve essere gratuito, come il suo».
Terzo aspetto: Maria è figura della Chiesa perché è «modello di unione con Cristo». «La vita della Vergine Santa è stata la vita di una donna del suo popolo: Maria pregava, lavorava, andava alla sinagoga… Però ogni azione era compiuta sempre in unione perfetta con Gesù». Possiamo fare tante cose, ma se non agiamo in unione con Gesù cadiamo vittima della mondanità spirituale.
«Possiamo chiederci: ci ricordiamo di Gesù solo quando qualcosa non va e abbiamo bisogno, o il nostro è un rapporto costante, un’amicizia profonda, anche quando si tratta di seguirlo sulla via della croce?».
C'è un segreto per sapere se le nostre azioni sono davvero per Gesù, senza cadere negli scrupoli ma senza compiacenza: siamo devoti alla Madonna? Ci sforziamo di seguire il suo esempio? Maria è figura della Chiesa, ed è difficile avere un buon rapporto con la Chiesa senza avere un rapporto filiale con Maria.
Ciascuna di queste espressioni è stata commentata dal Pontefice. Primo: Maria è figura della Chiesa «come modello di fede». In che senso? «Pensiamo a chi era la Vergine Maria: una ragazza ebrea, che aspettava con tutto il cuore la redenzione del suo popolo. Ma in quel cuore di giovane figlia d’Israele c’era un segreto che lei stessa ancora non conosceva: nel disegno d’amore di Dio era destinata a diventare la Madre del Redentore». Quando, al momento dell'Annunciazione, la Madonna accetta liberamente questo disegno divino, «la fede di Maria riceve una luce nuova: si concentra su Gesù, il Figlio di Dio che da lei ha preso carne e nel quale si compiono le promesse di tutta la storia della salvezza». Non possiamo capire questo passaggio senza il Vecchio Testamento. In effetti, «la fede di Maria è il compimento della fede d’Israele, in lei è proprio concentrato tutto il cammino, tutta la strada di quel popolo che aspettava la redenzione, e in questo senso è il modello della fede della Chiesa, che ha come centro Cristo, incarnazione dell’amore infinito di Dio».
Possiamo anche chiederci come, in concreto, Maria ha vissuto questa fede. «L’ha vissuta nella semplicità delle mille occupazioni e preoccupazioni quotidiane di ogni mamma, come provvedere il cibo, il vestito, la cura della casa... Proprio questa esistenza normale della Madonna fu il terreno dove si svolse un rapporto singolare e un dialogo profondo tra lei e Dio, tra lei e il suo Figlio». Sempre crescendo e alimentandosi, questo dialogo è arrivato fino alla Croce. «Lì la sua maternità si è dilatata abbracciando ognuno di noi, la nostra vita, per guidarci al suo Figlio». Lì si compie tutta la vita di fede della Madonna. «Maria è vissuta sempre immersa nel mistero del Dio fatto uomo, come sua prima e perfetta discepola, meditando ogni cosa nel suo cuore alla luce dello Spirito Santo, per comprendere e mettere in pratica tutta la volontà di Dio».
Secondo: Maria è figura della Chiesa come «modello di carità». Anche qui, è la biografia della Vergine che aiuta a capire. «Pensiamo alla sua disponibilità nei confronti della parente Elisabetta. Visitandola, la Vergine Maria non le ha portato soltanto un aiuto materiale, anche questo, ma ha portato Gesù, che già viveva nel suo grembo. Portare Gesù in quella casa voleva dire portare la gioia, la gioia piena». Ancora oggi, «la Madonna vuole portare anche a noi, a noi tutti, il grande dono che è Gesù; e con Lui ci porta il suo amore, la sua pace, la sua gioia».
Se la Chiesa è come Maria, allora - Papa Francesco ripete qui espressioni che gli sono care - «la Chiesa non è un negozio, non è un’agenzia umanitaria, la Chiesa non è una Ong, la Chiesa è mandata a portare a tutti Cristo e il suo Vangelo; non porta se stessa!». «Se per ipotesi, una volta succedesse che la Chiesa non porta Gesù, quella sarebbe una Chiesa morta!». Può fare tante opere umanitarie ma, se non porta Gesù, non è la Chiesa, e il suo amore è «annacquato» e interessato. Ecco allora la domanda: «a Gesù piace l’amore interessato? No, non gli piace, perché l’amore deve essere gratuito, come il suo».
Terzo aspetto: Maria è figura della Chiesa perché è «modello di unione con Cristo». «La vita della Vergine Santa è stata la vita di una donna del suo popolo: Maria pregava, lavorava, andava alla sinagoga… Però ogni azione era compiuta sempre in unione perfetta con Gesù». Possiamo fare tante cose, ma se non agiamo in unione con Gesù cadiamo vittima della mondanità spirituale.
«Possiamo chiederci: ci ricordiamo di Gesù solo quando qualcosa non va e abbiamo bisogno, o il nostro è un rapporto costante, un’amicizia profonda, anche quando si tratta di seguirlo sulla via della croce?».
C'è un segreto per sapere se le nostre azioni sono davvero per Gesù, senza cadere negli scrupoli ma senza compiacenza: siamo devoti alla Madonna? Ci sforziamo di seguire il suo esempio? Maria è figura della Chiesa, ed è difficile avere un buon rapporto con la Chiesa senza avere un rapporto filiale con Maria.
NOTIZIE DALLA CHIESA
Papa Francesco al Quirinale da Napolitano il 14 novembre


Risoluzione Estrela bocciata e rimandata in Commissione

Strasburgo. Nel corso di una seduta parlamentare alquanto tumultuosa, nel primo pomeriggio di martedì 22 il Parlamento europeo ha rispedito al mittente (la notoriamente progressista commissione parlamentare per i diritti della donna e l’uguaglianza di genere) il Rapporto di Edite Estrela (Socialisti & Democratici) sulla salute e i diritti sessuali e riproduttivi.
In questo documento, come ha spiegato con dovizia di particolari da Tommaso Scandroglio, conteneva – tra l’altro – la promozione dell’educazione sessuale fin dalla prima infanzia ed una forte spinta agli stati membri dell’UE a garantire l’aborto come se fosse un diritto umano... Gli eurodeputati delle sinistre e la lobby pro-aborto molto ascoltata a Bruxelles, pensavano di far passare tale rapporto senza troppo rumore, tanto che molti osservatori ne davano per certa l’adozione.
Inaspettatamente, ciò che è successo è dell’ordine di quegli eventi che superano la stessa storia umana, se si pensa, del resto, che martedì ricorreva la memoria del Beato Giovanni Paolo II. Un nutrito sit-in pro-life, composto da gruppi di tedeschi e francesi, si è fatto sentire con forza davanti alla sede del Parlamento di Strasburgo. Chiunque entrava, deputati in primis, poteva sentire e leggere il chiaro “Estrela No!”.
L’attività incessante di organizzazioni come la Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche (FAFCE) ha fatto il resto: è stato chiarito a tutti i membri del parlamento europeo come l’aborto non rientri affatto tra le competenze dell’UE e in 12 punti sono state loro spiegate le buone ragioni per rifiutare questo rapporto.
Appena prima del voto, Ashely Fox, deputato conservatore britannico, ha chiesto il rinvio del testo in Commissione. Le sinistre hanno protestato con forza ed il presidente del gruppo dei socialisti e democratici, l’austriaco Hannes Swoboda, si è spinto a mentire affermando che questa richiesta non era possibile. La presidenza, tuttavia, ha messo al voto la richiesta, come da regolamento: 351 contro 319 deputati si sono espressi a favore del rinvio in commissione. Gli eurodeputati italiani hanno seguito i loro gruppi parlamentari, tranne le vistose astensioni di Tatarella (Ppe), Costa e Prodi (S&D) e l’inspiegabile parere negativo al rinvio di Speroni (Efd – Lega Nord). In attesa delle prossime elezioni europee di maggio 2014, appare importante seguire le scelte politiche dei nostri rappresentanti a Strasburgo, specialmente in questioni che toccano tanto direttamente la vita umana.
Probabilmente, sentiremo ancora parlare di questo rapporto Estrela. Infatti, si tratta soltanto di un rinvio e non di una bocciatura definitiva. Ma è chiaro che il tempo permetterà una più lunga discussione su questo testo e di mettere alla luce le contraddizioni e le assurdità che esso contiene. Se è vero che non si tratta di un rapporto vincolante per gli stati membri dell’UE, la sua approvazione darebbe un argomento politico a favore della cultura della morte e renderebbe la dignità umana in Europa ancora più minacciata.
In questo documento, come ha spiegato con dovizia di particolari da Tommaso Scandroglio, conteneva – tra l’altro – la promozione dell’educazione sessuale fin dalla prima infanzia ed una forte spinta agli stati membri dell’UE a garantire l’aborto come se fosse un diritto umano... Gli eurodeputati delle sinistre e la lobby pro-aborto molto ascoltata a Bruxelles, pensavano di far passare tale rapporto senza troppo rumore, tanto che molti osservatori ne davano per certa l’adozione.
Inaspettatamente, ciò che è successo è dell’ordine di quegli eventi che superano la stessa storia umana, se si pensa, del resto, che martedì ricorreva la memoria del Beato Giovanni Paolo II. Un nutrito sit-in pro-life, composto da gruppi di tedeschi e francesi, si è fatto sentire con forza davanti alla sede del Parlamento di Strasburgo. Chiunque entrava, deputati in primis, poteva sentire e leggere il chiaro “Estrela No!”.
L’attività incessante di organizzazioni come la Federazione europea delle associazioni familiari cattoliche (FAFCE) ha fatto il resto: è stato chiarito a tutti i membri del parlamento europeo come l’aborto non rientri affatto tra le competenze dell’UE e in 12 punti sono state loro spiegate le buone ragioni per rifiutare questo rapporto.
Appena prima del voto, Ashely Fox, deputato conservatore britannico, ha chiesto il rinvio del testo in Commissione. Le sinistre hanno protestato con forza ed il presidente del gruppo dei socialisti e democratici, l’austriaco Hannes Swoboda, si è spinto a mentire affermando che questa richiesta non era possibile. La presidenza, tuttavia, ha messo al voto la richiesta, come da regolamento: 351 contro 319 deputati si sono espressi a favore del rinvio in commissione. Gli eurodeputati italiani hanno seguito i loro gruppi parlamentari, tranne le vistose astensioni di Tatarella (Ppe), Costa e Prodi (S&D) e l’inspiegabile parere negativo al rinvio di Speroni (Efd – Lega Nord). In attesa delle prossime elezioni europee di maggio 2014, appare importante seguire le scelte politiche dei nostri rappresentanti a Strasburgo, specialmente in questioni che toccano tanto direttamente la vita umana.
Probabilmente, sentiremo ancora parlare di questo rapporto Estrela. Infatti, si tratta soltanto di un rinvio e non di una bocciatura definitiva. Ma è chiaro che il tempo permetterà una più lunga discussione su questo testo e di mettere alla luce le contraddizioni e le assurdità che esso contiene. Se è vero che non si tratta di un rapporto vincolante per gli stati membri dell’UE, la sua approvazione darebbe un argomento politico a favore della cultura della morte e renderebbe la dignità umana in Europa ancora più minacciata.
preghiamo la coroncina
Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.

Padre NostroPadre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave MariaAve Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
Credo
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
1 volta Padre nostro
1 volta Ave Maria
1 volta il Credo Apostolico
di seguito:
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
quindi alla fine si ripete 3 volte:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.
1 volta
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
Amen. Segno della croce

Padre NostroPadre nostro, che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, e rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori, e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen.
Ave MariaAve Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne e benedetto è il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte. Amen
Credo
Io credo in Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto; discese agli inferi; il terzo giorno risuscitò da morte; salì al cielo, siede alla destra di Dio Padre onnipotente; di là verrà a giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la santa Chiesa cattolica, la comunione dei santi, la remissione dei peccati, la risurrezione della carne, la vita eterna. Amen.
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
Per chi non ha mai recitato il rosario e non capisce bene come deve essere recitata la coroncina alla Divina Misericordia segua lo schema qui sotto tutto di seguito e ricordi di meditare la dolorosa passione di Gesù:
Segno della croce1 volta Padre nostro
1 volta Ave Maria
1 volta il Credo Apostolico
di seguito:
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
1 volta :Eterno Padre, io Ti offro il Corpo e il Sangue, l'Anima e la Divinità del Tuo dilettissimo Figlio, Nostro Signore Gesù Cristo, in espiazione dei nostri peccati e di quelli del mondo intero.
e
10 volte di seguito : Per la Sua dolorosa Passione, abbi misericordia di noi e del mondo intero.
quindi alla fine si ripete 3 volte:
Santo Dio, Santo Forte, Santo Immortale, abbi pietà di noi e del mondo intero.
1 volta
O Sangue e Acqua ,che scaturisti dal Cuore di Gesù come sorgente di misericordia per noi,confido in Te
Amen. Segno della croce
Udienza generale. Il Papa: se non porta Gesù al mondo come Maria la Chiesa diventa una ong
Udienza generale. Il Papa: se non porta Gesù al mondo come Maria la Chiesa diventa una ong




O porta Gesù al mondo – assieme alla sua gioia, al suo amore gratuito – oppure il bene, che pure potrà fare, la farà assomigliare a una ong, ma in quanto Chiesa sarà “morta”. Allergico ai mezzi termini com’è suo costume, Papa Francesco mette i cristiani in guardia. Il vostro modello, afferma, è Maria, e non ha alternative. Maria “modello di fede”, modello di “carità”, “modello di unione con Cristo”. Un esempio alto, certo, ma il Papa avverte: è sbagliato considerare Maria “troppo diversa da noi”. Lei, ricorda, ha pronunciato il suo “sì” a Dio “nella semplicità delle mille occupazioni e preoccupazioni” di ogni mamma. E fin dai primi giorni della sua maternità, non si è risparmiata, portando il suo aiuto – e Gesù dentro di sé – alla cugina Elisabetta:
“Questa è la Chiesa: non porta se stessa, se è piccola, se è grande, se è forte, se è debole, ma la Chiesa porta Gesù. E la Chiesa deve essere come Maria, quando è andata – lo abbiamo sentito nel Vangelo – quando è andata a fare la visita ad Elisabetta. Cosa portava Maria? Gesù! E la Chiesa porta Gesù. E questo è il centro della Chiesa, eh? Portare Gesù. Se – un’ipotesi – una volta succedesse che la Chiesa non porta Gesù, quella è una Chiesa morta. Capito? Deve portare Gesù? E deve portare la carità di Gesù, l’amore di Gesù, la forza di Gesù”.
A ogni affermazione che indica un dover essere, Papa Francesco fa seguire di norma alcune domande, nette, che mettono l’anima in controluce. Com’è – chiede ai 100 mila e oltre che lo guardano – il nostro amore? È “forte” o è come vino allungato con l’acqua, che “segue le simpatie, che cerca il contraccambio”, in parole povere un “amore interessato”?:
“Una domanda: a Gesù piace l’amore interessato o non piace? Piace? Ah, non siete ben convinti, eh? Piace o non piace? Non piace! L’amore deve essere l’amore gratuito, come era il suo amore. Come sono i rapporti nelle nostre parrocchie, nelle nostre comunità? Ci trattiamo da fratelli e sorelle? O ci giudichiamo, parliamo male gli uni degli altri? Ma, io ho sentito che qui a Roma nessuno parla male dell’altro… E quello è vero? Non so. Io lo dico”.
Se nel ricordare all’inizio della catechesi l’esemplarità della fede di Maria Papa Francesco ne aveva sottolineato il “sì perfetto” che sotto la Croce la rende Madre dell’umanità, nel definire la sua capacità di unione con Cristo, il Papa ribadisce che il “culmine” di tale unione viene raggiunto sul Calvario:
“La Madonna ha fatto proprio il dolore del Figlio ed ha accettato con Lui la volontà del Padre, in quella obbedienza che porta frutto, che dona la vera vittoria sul male e sulla morte. E’ molto bella questa realtà che Maria ci insegna: l'essere sempre uniti a Gesù (…) Chiediamo al Signore che ci doni la sua grazia, la sua forza, affinché nella nostra vita e nella vita di ogni comunità ecclesiale si rifletta il modello di Maria, Madre della Chiesa”.
Papa Francesco, alternandosi alla sintetica lettura delle catechesi in sette lingue, ha quindi rivolto saluti ai numerosissimi gruppi presenti in Piazza. In particolare, a più riprese ha rinnovato l’invito a recitare quotidianamente il Rosario, “possibilmente in famiglia”, chiedendo nel mese di ottobre – ha detto – “la pace per il mondo e il ritorno ai valori evangelici”. E ha terminato con due speciali richieste dirette ad altrettante categorie di persone:
“Cari giovani, (…) siate coraggiosi testimoni della fede cristiana; cari ammalati, offrite la vostra croce quotidiana per la conversione dei lontani alla luce del Vangelo”.
PREGHIAMO L'ANGELUS
V. Angelus Domini nuntiavit Mariae;
R. Et concepit de Spiritu Sancto.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ecce ancilla Domini.
R. Fiat mihi secundum verbum tuum.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Et Verbum caro factum est.
R. Et habitavit in nobis.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ora pro nobis, sancta Dei Genetrix.
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus:
Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognovimus, per passionem eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum Dominum nostrum.
R. Amen.
R. Et concepit de Spiritu Sancto.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ecce ancilla Domini.
R. Fiat mihi secundum verbum tuum.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Et Verbum caro factum est.
R. Et habitavit in nobis.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ora pro nobis, sancta Dei Genetrix.
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus:
Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognovimus, per passionem eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum Dominum nostrum.
R. Amen.
V. L’Angelo del Signore portò l’annunzio a Maria;
R. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Eccomi, sono la serva del Signore.
R. Si compia in me la tua parola.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. E il Verbo si fece carne.
R. E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Prega per noi, santa Madre di Dio.
R. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo:
Infondi nel nostro spirito la Tua grazia, o Padre: Tu che all’annuncio dell’Angelo ci hai rivelato l’Incarnazione del Tuo Figlio, per la Sua Passione e la Sua Croce guidaci alla gloria della Risurrezione. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
R. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Eccomi, sono la serva del Signore.
R. Si compia in me la tua parola.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. E il Verbo si fece carne.
R. E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Prega per noi, santa Madre di Dio.
R. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo:
Infondi nel nostro spirito la Tua grazia, o Padre: Tu che all’annuncio dell’Angelo ci hai rivelato l’Incarnazione del Tuo Figlio, per la Sua Passione e la Sua Croce guidaci alla gloria della Risurrezione. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
PREGHIAMO L'ANGELUS
V. Angelus Domini nuntiavit Mariae;
R. Et concepit de Spiritu Sancto.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ecce ancilla Domini.
R. Fiat mihi secundum verbum tuum.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Et Verbum caro factum est.
R. Et habitavit in nobis.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ora pro nobis, sancta Dei Genetrix.
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus:
Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognovimus, per passionem eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum Dominum nostrum.
R. Amen.
R. Et concepit de Spiritu Sancto.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ecce ancilla Domini.
R. Fiat mihi secundum verbum tuum.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Et Verbum caro factum est.
R. Et habitavit in nobis.
Ave Maria, gratia plena, Dominus tecum. Benedicta tu in mulieribus, et benedictus fructus ventris tui, Iesus. Sancta Maria, Mater Dei, ora pro nobis peccatoribus, nunc, et in hora mortis nostrae. Amen.
V. Ora pro nobis, sancta Dei Genetrix.
R. Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus:
Gratiam tuam, quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde; ut qui, Angelo nuntiante, Christi Filii tui incarnationem cognovimus, per passionem eius et crucem, ad resurrectionis gloriam perducamur. Per eundem Christum Dominum nostrum.
R. Amen.
V. L’Angelo del Signore portò l’annunzio a Maria;
R. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Eccomi, sono la serva del Signore.
R. Si compia in me la tua parola.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. E il Verbo si fece carne.
R. E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Prega per noi, santa Madre di Dio.
R. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo:
Infondi nel nostro spirito la Tua grazia, o Padre: Tu che all’annuncio dell’Angelo ci hai rivelato l’Incarnazione del Tuo Figlio, per la Sua Passione e la Sua Croce guidaci alla gloria della Risurrezione. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
R. Ed ella concepì per opera dello Spirito Santo.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Eccomi, sono la serva del Signore.
R. Si compia in me la tua parola.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. E il Verbo si fece carne.
R. E venne ad abitare in mezzo a noi.
Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te. Tu sei benedetta fra le donne, e benedetto è il frutto del seno tuo, Gesù. Santa Maria, Madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen.
V. Prega per noi, santa Madre di Dio.
R. Perché siamo fatti degni delle promesse di Cristo.
Preghiamo:
Infondi nel nostro spirito la Tua grazia, o Padre: Tu che all’annuncio dell’Angelo ci hai rivelato l’Incarnazione del Tuo Figlio, per la Sua Passione e la Sua Croce guidaci alla gloria della Risurrezione. Per Cristo nostro Signore.
R. Amen.
VESCOVI METEOPATICI DIPENDENTI

Ingiustizia climatica; temperature fuori controllo che potranno aumentare di 6° entro il 2100; uragani e alluvioni sempre più frequenti, sempre più devastanti; livello del mare che cresce e isole che scompaiono; centinaia di milioni di persone che non avranno più acqua. E tutto questo, ovviamente, è colpa dell’uomo - e soprattutto dell’uomo occidentale - che continua a bruciare combustibile fossile e divora le risorse in modo scriteriato. E allora è necessario introdurre legislazioni vincolanti per mettere gli uomini in riga.
«E’ la sintesi di uno studio del WWF o un manifesto di Greenpeace», direte voi. No, è ciò che è emerso nei giorni scorsi, al termine della giornata di seminario organizzato dalla COMECE, l’organismo che raccoglie le Conferenze episcopali cattoliche dell’Unione Europea. Si tratta di un seminario che già dal titolo la dice lunga: “Protezione ambientale e cambiamento climatico come una sfida per le politiche – Il ruolo di etica, stili di vita, solidarietà e giustizia globale”. Gli organizzatori parlano di un seminario che ha la formula del “Dialogo”, ma dagli interventi svolti non si capisce tra chi sia il dialogo; più corretto sarebbe definirlo “monologo a più voci”, visto che il catastrofismo climatico l’ha fatta da padrone (e uno dei relatori, il gesuita padre José Ignacio Garcia, a conclusione della giornata e dopo aver sentito profezie di sventura di ogni tipo ha anche avuto il coraggio di dire di non avere paura).
Peraltro quello del seminario del 17 ottobre non è un episodio isolato, è invece una tendenza ben radicata all’interno della COMECE: basta andare a rileggersi il rapporto “A Christian View on Climate Change” datato novembre 2011, per trovarci una summa del catastrofismo climatico.
E’ questo uno degli esempi più eclatanti di quel “cristianesimo ideologico” denunciato da papa Francesco la settimana scorsa: una spruzzatina di spiritualità per dare una veste cristiana all’ideologia dominante, la citazione di un salmo o di una lettera di San Paolo per seguire ideologie alla moda senza dare nell’occhio. Come negli anni ’70 si seguiva il marxismo, oggi si segue l’ecologismo e diventa “profetico” installare pannelli solari per scaldare la parrocchia.
Scorrere le relazioni svolte al seminario, voluto all’indomani della pubblicazione della sintesi per i politici del 5° Rapporto dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, un organismo creato in ambito Onu) e alla vigilia della Conferenza di Varsavia sui cambiamenti climatici che si svolgerà in novembre, è quantomeno sconfortante. E’ la ripetizione di luoghi comuni, peraltro superati dalla realtà, spacciati per scienza indiscutibile. Si parla di «evidenza scientifica» nell’ultimo rapporto dell’Ipcc per la responsabilità umana nei cambiamenti climatici, che sono ovviamente la principale sfida dell’umanità. Peccato però che nessuno spieghi come mai, malgrado le previsioni precise al rialzo che erano state fatte, la temperatura globale non cresce ormai dal 1998.
E peccato anche che l’Ipcc non sia affatto quel massimo tribunale della scienza che si vorrebbe far credere. Come dice il nome stesso è un organismo intergovernativo, si tratta cioè di un soggetto politico – controllato dai governi – che si avvale del contributo di scienziati, a loro volta scelti dai rispettivi governi. Fin troppo facile capire che i suoi rapporti hanno un valore scientifico molto limitato, senza considerare che spesso la “sintesi per i politici” – che precede la pubblicazione del vero Rapporto – si discosta chiaramente dai contenuti del rapporto stesso, proprio perché il vero obiettivo degli allarmi è spingere i governi a fare determinate scelte economiche ed energetiche. Come è puntualmente avvenuto negli ultimi venti anni (il primo Rapporto è stato pubblicato nel 1990).
Si tratta peraltro di politiche che danneggiano i paesi poveri, perché li costringono a “lavorare” per soddisfare le esigenze “ecologiche” dei paesi occidentali. Lo dimostra, ad esempio, il caso dei biocarburanti: molti paesi in Africa ed Asia hanno dovuto convertire i terreni agricoli alle coltivazioni necessarie per soddisfare la domanda di biocarburante, soprattutto per l’Europa.
Perché allora l’organismo che riunisce tutti gli episcopati dell’Unione Europea sposa questa linea? I motivi possono essere vari, ma al fondo c’è una scelta essenzialmente ideologica, una riduzione delle Scritture a puro moralismo. Senza rendersi conto che l’ideologia ecologista è profondamente anti-umana e per ciò stesso anti-cristiana. L’uomo è infatti visto come un corpo estraneo rispetto all’ambiente che lo circonda, è il nemico della natura, che – va da sé – senza la nostra presenza vivrebbe in perfetto equilibrio. C’è dietro una concezione negativa dell’uomo, tipica di un certo protestantesimo che, non a caso, genera forti tendenze totalitarie: se l’uomo, infatti, è intrinsecamente cattivo c’è bisogno di una autorità statale forte per limitare al massimo i danni che può fare. Che siano anche i vescovi cattolici a seguire questa strada non è decisamente una bella testimonianza. Forse gli episcopati nazionali dovrebbero vigilare meglio sulle attività che a proprio nome vengono effettuate in ambito europeo.
«E’ la sintesi di uno studio del WWF o un manifesto di Greenpeace», direte voi. No, è ciò che è emerso nei giorni scorsi, al termine della giornata di seminario organizzato dalla COMECE, l’organismo che raccoglie le Conferenze episcopali cattoliche dell’Unione Europea. Si tratta di un seminario che già dal titolo la dice lunga: “Protezione ambientale e cambiamento climatico come una sfida per le politiche – Il ruolo di etica, stili di vita, solidarietà e giustizia globale”. Gli organizzatori parlano di un seminario che ha la formula del “Dialogo”, ma dagli interventi svolti non si capisce tra chi sia il dialogo; più corretto sarebbe definirlo “monologo a più voci”, visto che il catastrofismo climatico l’ha fatta da padrone (e uno dei relatori, il gesuita padre José Ignacio Garcia, a conclusione della giornata e dopo aver sentito profezie di sventura di ogni tipo ha anche avuto il coraggio di dire di non avere paura).
Peraltro quello del seminario del 17 ottobre non è un episodio isolato, è invece una tendenza ben radicata all’interno della COMECE: basta andare a rileggersi il rapporto “A Christian View on Climate Change” datato novembre 2011, per trovarci una summa del catastrofismo climatico.
E’ questo uno degli esempi più eclatanti di quel “cristianesimo ideologico” denunciato da papa Francesco la settimana scorsa: una spruzzatina di spiritualità per dare una veste cristiana all’ideologia dominante, la citazione di un salmo o di una lettera di San Paolo per seguire ideologie alla moda senza dare nell’occhio. Come negli anni ’70 si seguiva il marxismo, oggi si segue l’ecologismo e diventa “profetico” installare pannelli solari per scaldare la parrocchia.
Scorrere le relazioni svolte al seminario, voluto all’indomani della pubblicazione della sintesi per i politici del 5° Rapporto dell’Ipcc (Intergovernmental Panel on Climate Change, un organismo creato in ambito Onu) e alla vigilia della Conferenza di Varsavia sui cambiamenti climatici che si svolgerà in novembre, è quantomeno sconfortante. E’ la ripetizione di luoghi comuni, peraltro superati dalla realtà, spacciati per scienza indiscutibile. Si parla di «evidenza scientifica» nell’ultimo rapporto dell’Ipcc per la responsabilità umana nei cambiamenti climatici, che sono ovviamente la principale sfida dell’umanità. Peccato però che nessuno spieghi come mai, malgrado le previsioni precise al rialzo che erano state fatte, la temperatura globale non cresce ormai dal 1998.
E peccato anche che l’Ipcc non sia affatto quel massimo tribunale della scienza che si vorrebbe far credere. Come dice il nome stesso è un organismo intergovernativo, si tratta cioè di un soggetto politico – controllato dai governi – che si avvale del contributo di scienziati, a loro volta scelti dai rispettivi governi. Fin troppo facile capire che i suoi rapporti hanno un valore scientifico molto limitato, senza considerare che spesso la “sintesi per i politici” – che precede la pubblicazione del vero Rapporto – si discosta chiaramente dai contenuti del rapporto stesso, proprio perché il vero obiettivo degli allarmi è spingere i governi a fare determinate scelte economiche ed energetiche. Come è puntualmente avvenuto negli ultimi venti anni (il primo Rapporto è stato pubblicato nel 1990).
Si tratta peraltro di politiche che danneggiano i paesi poveri, perché li costringono a “lavorare” per soddisfare le esigenze “ecologiche” dei paesi occidentali. Lo dimostra, ad esempio, il caso dei biocarburanti: molti paesi in Africa ed Asia hanno dovuto convertire i terreni agricoli alle coltivazioni necessarie per soddisfare la domanda di biocarburante, soprattutto per l’Europa.
Perché allora l’organismo che riunisce tutti gli episcopati dell’Unione Europea sposa questa linea? I motivi possono essere vari, ma al fondo c’è una scelta essenzialmente ideologica, una riduzione delle Scritture a puro moralismo. Senza rendersi conto che l’ideologia ecologista è profondamente anti-umana e per ciò stesso anti-cristiana. L’uomo è infatti visto come un corpo estraneo rispetto all’ambiente che lo circonda, è il nemico della natura, che – va da sé – senza la nostra presenza vivrebbe in perfetto equilibrio. C’è dietro una concezione negativa dell’uomo, tipica di un certo protestantesimo che, non a caso, genera forti tendenze totalitarie: se l’uomo, infatti, è intrinsecamente cattivo c’è bisogno di una autorità statale forte per limitare al massimo i danni che può fare. Che siano anche i vescovi cattolici a seguire questa strada non è decisamente una bella testimonianza. Forse gli episcopati nazionali dovrebbero vigilare meglio sulle attività che a proprio nome vengono effettuate in ambito europeo.
Il Papa ai cappellani delle carceri: non è un'utopia una giustizia dalle porte aperte
Il Papa ai cappellani delle carceri: non è un'utopia una giustizia dalle porte aperte




E’ un grazie caloroso quello che Papa Francesco rivolge ai cappellani che lavorano nelle carceri di tutta Italia, chiedendo loro di far arrivare il suo saluto a tutti i detenuti:
“Per favore dite che prego per loro, li ho a cuore, prego il Signore e la Madonna che possano superare positivamente questo periodo difficile della loro vita. Che non si scoraggino, non si chiudano”.
Occorre saper dire loro – afferma il Papa - che il Signore è vicino:
“Ma dite con i gesti, con le parole, con il cuore che il Signore non rimane fuori, non rimane fuori dalla loro cella, non rimane fuori dalle carceri, ma è dentro, è lì. Potete dire questo: il Signore è dentro con loro; anche lui è un carcerato, ancora oggi, carcerato dei nostri egoismi, dei nostri sistemi, di tante ingiustizie, perché è facile punire i più deboli, ma i pesci grossi nuotano liberamente nelle acque. Nessuna cella è così isolata da escludere il Signore, nessuna; Lui è lì, piange con loro, lavora con loro, spera con loro”.
“Il suo amore paterno e materno arriva dappertutto”, ha proseguito il Papa, che prega “perché ciascuno apra il cuore a questo amore del Signore”. Quindi, ricorda che i suoi contatti con alcuni carcerati che visitava a Buenos Aires continuano. Continua a ricevere lettere da loro e li chiama per telefono:
“Qualche volta li chiamo, specialmente la domenica, faccio una chiacchierata. Poi quando finisco penso: perché lui è lì e non io che ho tanti e più motivi per stare lì? Pensare a questo mi fa bene: poiché le debolezze che abbiamo sono le stesse, perché lui è caduto e non sono caduto io? Per me questo è un mistero che mi fa pregare e mi fa avvicinare ai carcerati”.
Papa Francesco prega anche per i cappellani, per il loro ministero, “che non è facile”, ma è “molto impegnativo e molto importante” perché “esprime una delle opere di misericordia” e rende “visibile quella presenza del Signore nel carcere”:
“Voi siete segno della vicinanza di Cristo a questi fratelli che hanno bisogno di speranza. Recentemente avete parlato di una giustizia di riconciliazione, ma anche di una giustizia di speranza, di porte aperte, di orizzonti. Questa non è un'utopia, si può fare. Non è facile, perché le nostre debolezze ci sono dappertutto, anche il diavolo c'è dappertutto, le tentazioni ci sono dappertutto, ma bisogna sempre provarci”.
Infine, eleva la sua preghiera alla Madonna: Lei – conclude - è la Madre di tutti i carcerati.
Papa Francesco, in questi primi mesi di Pontificato, ha ricevuto oltre 500 lettere dai detenuti italiani. I cappellani delle carceri del Paese sono 233, al servizio di circa 64.mila carcerati, senza contare le persone agli arresti domiciliari. Durante l’udienza è stata donata al Papa una borsa da viaggio fabbricata per lui dalle detenute del carcere femminile di Rebibbia.
Storia di Angela, non vuole abortire per salvarsi

Lo chiamano Cyberknife. E’ un’apparecchiatura costituita da un sistema di guida ad immagini, che localizza il tumore - soprattutto al cervello e alla spina dorsale (ma il suo uso si sta diffondendo anche nei confronti dei casi di neoplasie maligne dei polmoni e della prostata) – e attraverso un braccio robotico, dotato di un acceleratore lineare mini autorizzato, colpisce il bersaglio con radiazioni X da 1200 posizioni diverse intorno al paziente. Il sistema, che è definito indolore e non richiede ospedalizzazione, è attivo dal gennaio del 2003 all’Ospedale di Vicenza - reparto di Neurochirurgia 2° ad indirizzo di Radiochirurgia Stereotassica - che è stato il primo in Europa a usarlo. Da allora, sono stati trattati oltre 2mila pazienti.
Lontano da Vicenza, a Bari, l’uso del robot Cyberknife non è autorizzato. È in dotazione della clinica convenzionata “Mater Dei” (l’ex Istituto Oncologico), dove giace da due anni, in attesa che la Regione Puglia conceda il permesso.
Il caso scoppia con fragore nelle ultime settimane. Una donna di Casal Velino, in provincia di Salerno - si chiama Angela, ha 26 anni - ad agosto ha un’emorragia cerebrale. Si salva e le viene diagnosticato un tumore al cervello. Pare le dicano che per intervenire chirurgicamente, lei deve abortire. Sì, perché Angela, che si era sposata tre mesi prima, è incinta. Lei non ne ha alcuna intenzione: «Preferisco morire - dice ai giornali - ma Francesca Pia deve nascere. A una madre non si può chiedere di salvarsi uccidendo una bimba». In quei giorni, così dolorosi per lei - racconta di aver scritto anche una email a Papa Francesco, «per fargli sapere che ho bisogno di aiuto», dice - scopre la sua tenacia, il suo coraggio e la sua determinazione e, insieme ai suoi familiari si mette alla ricerca su Internet di una città raggiungibile in macchina (il viaggio in aereo sarebbe stato a rischio di una seconda emorragia), che abbia l’apparecchiatura che la può salvare, senza sacrificare la bambina, insieme all’indispensabile reparto di ostetricia e ginecologia. Le condizioni sono entrambe soddisfatte a Bari, alla clinica “Mater Dei”, che la accoglie, pur consapevoli - i responsabili della clinica - che il Cyberknife negli ultimi due anni è stato usato solo per “qualche intervento compassionevole”, come hanno dichiarato.
A questo punto, inizia il calvario di Angela. Alla Giunta regionale di Vendola, viene chiesta un’autorizzazione definita “in via eccezionale” dai responsabili del “Cbh (Città di Bari Hospital)”, proprietario del Cyberknife. L’Assessorato alla Sanità chiede una “relazione tecnica che definisce le procedure mediche da adottare e il relativo percorso assistenziale” e il “consenso informato da parte della donna”, per concedere un’autorizzazione - aggiunge - che «riguarda un apparecchio che emette radiazioni potenzialmente pericolose per la paziente e per il feto e che non è stato ancora collaudato e autorizzato». Viene anche nominata - come sempre più spesso avviene in Italia – una commissione di esperti chiamata ad indagare. Chissà se quegli esperti e i dirigenti dell’Assessorato si sono documentati su Internet sui dieci anni di esperienza dell’Ospedale di Vicenza sull’uso della macchina robotica.
Sta di fatto, che subito dopo i dirigenti dell’Assessorato, per dare l’autorizzazione, impongono altre due condizioni: chiedono che vi sia la "sottoscrizione autenticata" del consenso informato che Angela aveva già firmato e una seconda "relazione tecnica" che dimostrasse che il Cyberknife sia "in possesso dei requisiti strutturali e tecnologici generali" come la protezione antincendio o antisismica, insieme con "la documentazione relativa all'avvenuto collaudo dell'apparecchiatura". La commissione di esperti si riunirà oggi per valutare la documentazione.
Angela, nel frattempo, ha firmato le dimissioni volontarie e ha deciso di tornare a casa. I giornali l’hanno definita “stupefatta” piuttosto che “arrabbiata”. Non ha, ora, molta voglia di parlare. Deve pensare ad altro. Lei ha una vita nel suo grembo, che vuole far nascere, a tutti i costi e vuole che quella vita abbia anche una madre. Siamo fiduciosi che il Ministero della Salute vorrà disporre un’inchiesta su quanto avvenuto e siamo certi che Angela troverà un ospedale pronto ad accoglierla e ad eseguire l’intervento che salvi lei e sua figlia. Non ci sarà, altrove, burocrazia e politica che tengano.
Lontano da Vicenza, a Bari, l’uso del robot Cyberknife non è autorizzato. È in dotazione della clinica convenzionata “Mater Dei” (l’ex Istituto Oncologico), dove giace da due anni, in attesa che la Regione Puglia conceda il permesso.
Il caso scoppia con fragore nelle ultime settimane. Una donna di Casal Velino, in provincia di Salerno - si chiama Angela, ha 26 anni - ad agosto ha un’emorragia cerebrale. Si salva e le viene diagnosticato un tumore al cervello. Pare le dicano che per intervenire chirurgicamente, lei deve abortire. Sì, perché Angela, che si era sposata tre mesi prima, è incinta. Lei non ne ha alcuna intenzione: «Preferisco morire - dice ai giornali - ma Francesca Pia deve nascere. A una madre non si può chiedere di salvarsi uccidendo una bimba». In quei giorni, così dolorosi per lei - racconta di aver scritto anche una email a Papa Francesco, «per fargli sapere che ho bisogno di aiuto», dice - scopre la sua tenacia, il suo coraggio e la sua determinazione e, insieme ai suoi familiari si mette alla ricerca su Internet di una città raggiungibile in macchina (il viaggio in aereo sarebbe stato a rischio di una seconda emorragia), che abbia l’apparecchiatura che la può salvare, senza sacrificare la bambina, insieme all’indispensabile reparto di ostetricia e ginecologia. Le condizioni sono entrambe soddisfatte a Bari, alla clinica “Mater Dei”, che la accoglie, pur consapevoli - i responsabili della clinica - che il Cyberknife negli ultimi due anni è stato usato solo per “qualche intervento compassionevole”, come hanno dichiarato.
A questo punto, inizia il calvario di Angela. Alla Giunta regionale di Vendola, viene chiesta un’autorizzazione definita “in via eccezionale” dai responsabili del “Cbh (Città di Bari Hospital)”, proprietario del Cyberknife. L’Assessorato alla Sanità chiede una “relazione tecnica che definisce le procedure mediche da adottare e il relativo percorso assistenziale” e il “consenso informato da parte della donna”, per concedere un’autorizzazione - aggiunge - che «riguarda un apparecchio che emette radiazioni potenzialmente pericolose per la paziente e per il feto e che non è stato ancora collaudato e autorizzato». Viene anche nominata - come sempre più spesso avviene in Italia – una commissione di esperti chiamata ad indagare. Chissà se quegli esperti e i dirigenti dell’Assessorato si sono documentati su Internet sui dieci anni di esperienza dell’Ospedale di Vicenza sull’uso della macchina robotica.
Sta di fatto, che subito dopo i dirigenti dell’Assessorato, per dare l’autorizzazione, impongono altre due condizioni: chiedono che vi sia la "sottoscrizione autenticata" del consenso informato che Angela aveva già firmato e una seconda "relazione tecnica" che dimostrasse che il Cyberknife sia "in possesso dei requisiti strutturali e tecnologici generali" come la protezione antincendio o antisismica, insieme con "la documentazione relativa all'avvenuto collaudo dell'apparecchiatura". La commissione di esperti si riunirà oggi per valutare la documentazione.
Angela, nel frattempo, ha firmato le dimissioni volontarie e ha deciso di tornare a casa. I giornali l’hanno definita “stupefatta” piuttosto che “arrabbiata”. Non ha, ora, molta voglia di parlare. Deve pensare ad altro. Lei ha una vita nel suo grembo, che vuole far nascere, a tutti i costi e vuole che quella vita abbia anche una madre. Siamo fiduciosi che il Ministero della Salute vorrà disporre un’inchiesta su quanto avvenuto e siamo certi che Angela troverà un ospedale pronto ad accoglierla e ad eseguire l’intervento che salvi lei e sua figlia. Non ci sarà, altrove, burocrazia e politica che tengano.
IL VANGELO DI OGGI
Meditazione tratte dal sito www.novena.it
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».
Medita
Il capitolo 12 del vangelo di Luca, che terminerà con la pericope di domani, propone oggi un brano molto noto per il linguaggio usato dal Maestro e l’apparente messaggio di “violenza” in esso contenuto.
Il quadro propone una scena dalle tinte molto forti: il Nazareno sa cosa succederà a Gerusalemme ed è consapevole come solo dei discepoli determinati potranno seguirlo fino alla croce: non a caso tra loro uno lo tradirà, Pietro lo rinnegherà, tutti si nasconderanno per paura, Tommaso sarà incredulo dopo che altri hanno visto il Risorto.
Le immagini che Gesù usa danno la consapevolezza dell’importanza di quanto sta dicendo. Non si rivolge alle folle, ma ai discepoli. A loro presenta il rischio che correranno, quello di dover scegliere da che parte stare: ritorna la dottrina delle due vie, quella umana e quella del Risorto. In altre pericopi abbiamo già incontrato la domanda posta da Gesù sulla fede che troverà al suo ritorno. Il rischio è proprio di nasconderla o di perderla per paura, o per evitare divisioni, o per comodità nel contesto sociale in cui siamo immersi.
Gli stessi apostoli lo avevano sperimentato più volte: erano giunti a discutere sul posto da ricoprire nel Regno! Gesù, che presto sarà crocifisso, li (e ci ) mette in guardia: il cristiano è colui che prega incessantemente, che non vive comportamenti ipocriti, che riconosce il giusto valore alla ricchezza. Solo chi è disposto a seguirlo fino in fondo sarà capace di superare gli ostacoli che la vita ci pone di fronte quotidianamente.
Per Riflettere
Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione di fede (Eb 4, 14-15): mantenere ferma la fede in Gesù e poter dire, alla fine, che non l’abbiamo persa!
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Sono venuto a gettare fuoco sulla terra, e quanto vorrei che fosse già acceso! Ho un battesimo nel quale sarò battezzato, e come sono angosciato finché non sia compiuto! Pensate che io sia venuto a portare pace sulla terra? No, io vi dico, ma divisione. D'ora innanzi, se in una famiglia vi sono cinque persone, saranno divisi tre contro due e due contro tre; si divideranno padre contro figlio e figlio contro padre, madre contro figlia e figlia contro madre, suocera contro nuora e nuora contro suocera».

Il capitolo 12 del vangelo di Luca, che terminerà con la pericope di domani, propone oggi un brano molto noto per il linguaggio usato dal Maestro e l’apparente messaggio di “violenza” in esso contenuto.
Il quadro propone una scena dalle tinte molto forti: il Nazareno sa cosa succederà a Gerusalemme ed è consapevole come solo dei discepoli determinati potranno seguirlo fino alla croce: non a caso tra loro uno lo tradirà, Pietro lo rinnegherà, tutti si nasconderanno per paura, Tommaso sarà incredulo dopo che altri hanno visto il Risorto.
Le immagini che Gesù usa danno la consapevolezza dell’importanza di quanto sta dicendo. Non si rivolge alle folle, ma ai discepoli. A loro presenta il rischio che correranno, quello di dover scegliere da che parte stare: ritorna la dottrina delle due vie, quella umana e quella del Risorto. In altre pericopi abbiamo già incontrato la domanda posta da Gesù sulla fede che troverà al suo ritorno. Il rischio è proprio di nasconderla o di perderla per paura, o per evitare divisioni, o per comodità nel contesto sociale in cui siamo immersi.
Gli stessi apostoli lo avevano sperimentato più volte: erano giunti a discutere sul posto da ricoprire nel Regno! Gesù, che presto sarà crocifisso, li (e ci ) mette in guardia: il cristiano è colui che prega incessantemente, che non vive comportamenti ipocriti, che riconosce il giusto valore alla ricchezza. Solo chi è disposto a seguirlo fino in fondo sarà capace di superare gli ostacoli che la vita ci pone di fronte quotidianamente.

Dunque, poiché abbiamo un sommo sacerdote grande, che è passato attraverso i cieli, Gesù il Figlio di Dio, manteniamo ferma la professione di fede (Eb 4, 14-15): mantenere ferma la fede in Gesù e poter dire, alla fine, che non l’abbiamo persa!
IL SANTO DEL GIORNO
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24 Ottobre - S. Antonio Maria Claret Vescovo.
Quinto di dieci figli di un modesto tessitore della Catalogna, Antonio Claret y Clará nacque a Sallent, nella diocesi spagnola di Vie, nel 1807. Questo eccezionale uomo d'azione in giovane età si sentiva attratto dalla vita contemplativa e avrebbe voluto farsi certosino, ma ne fu sconsigliato da un sacerdote che intuì le sue grandi doti missionarie. A ventidue anni, entrò nel seminario di Vie e ne uscì sacerdote a veritott'anni, con la nomina di vicario al paese nativo. Ci restò poco tempo. Per seguire la propria vocazione missionaria, si recò a Roma per mettersi a disposizione della congregazione di « Propaganda Fide ».
Questa scelta non parve indovinata e allora entrò nel noviziato dei gesuiti, che dovette interrompere per una malattia. Fece ritorno in Spagna e fu missionario in patria, dedicandosi alla evangelizzazione delle zone rurali. Si servì di un mezzo che si sarebbe rivelato nel tempo assai efficace: la stampa. Era un prete scomodo e lo dimostra la serie di attentati di cui fu fatto segno. Tornato a Vie diede mano alla più importante delle sue opere: la fondazione di una congregazione missionaria intitolata al Cuore Immacolato di Maria (i cui membri sono tuttora conosciuti col nome di padri clarettiani). Era il 1849.
Poco dopo venne eletto arcivescovo di Cuba, allora sotto il dominio spagnolo e la cui sede era vacante da quattordici anni. Il nuovo vescovo adottò nell'isola dei Caraibi i suoi originali metodi di apostolato: instancabile viaggiatore, fece sentire ovunque la sua presenza con la parola e con lo scritto: una benefica pioggia di stampati irrorò l'isola. Per gli analfabeti ci fu la parola orale e l'immagine della Madonna. Amministrò la cresima a trecentomila cristiani e regolarizzò ben trentamila matrimoni. Attivo e pratico, badò anche alla promozione umana e civile, istituendo una scuola di agraria, scrivendo egli stesso trattatelli sulla coltivazione dei campi.
Un secondo attentato, più grave, pose in serio pericolo la sua vita e fu richiamato in patria nel 1857, perché la regina di Spagna volle averlo come confessore. Il dinamico vescovo male si adattò alla vita di corte e trovò il tempo di riempire la giornata prestandosi al ministero sacerdotale in varie parrocchie.
Nel '67 dovette seguire le sorti della casa reale, esiliata in Francia in seguito a una rivoluzione. Guardò con particolare simpatia al mondo degli artisti, per i quali fondò addirittura un'accademia intitolata a S. Michele. Morì a sessantatré anni, il 24 ottobre 1870. Pio XII lo incluse nell'albo dei santi durante l'Anno santo 1950.
PREGHIERE DEL MATTINO
PREGHIERE DEL MATTINO.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. |
TI ADORO.
Ti adoro, mio Dio, e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di avermi creato, fatto cristiano e conservato in questa notte. Ti offro le azioni della giornata, fa' che siano tutte secondo la tua santa volontà per la maggior tua gloria. Preservami dal peccato e da ogni male. La tua grazia sia sempre con me e con tutti i miei cari. Amen. PADRE NOSTRO. Padre nostro, che sei nei cieli sia santificato il tuo nome, venga il tuo regno sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra. Dacci oggi il nostro pane quotidiano, rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori e non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male. Amen. AVE MARIA. Ave o Maria, piena di grazia, il Signore è con te, tu sei benedetta fra le donne e benedetto il frutto del tuo seno, Gesù. Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell’ora della nostra morte. Amen. GLORIA AL PADRE. Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo, come era nel principio, ora e sempre nei secoli, dei secoli. Amen. CREDO O SIMBOLO APOSTOLICO. Credo in Dio Padre Onnipotente, creatore del cielo e della terra; e in Gesù Cristo, nostro Signore, il quale fu concepito di Spirito Santo, nacque da Maria Vergine, patì sotto Ponzio Pilato, fu crocefisso, morì e fu sepolto. Discese agli inferi, il terzo giorno è resuscitato secondo le Scritture. E’ salito al cielo, siede alla destra del Padre e di nuovo verrà nella gloria per giudicare i vivi e i morti. Credo nello Spirito Santo, la Santa chiesa Cattolica, la Comunione dei Santi, la remissione dei peccati, la resurrezione della carne, la vita eterna. Amen. ANGELO DI DIO. Angelo di Dio, che sei il mio custode, illumina, custodisci, reggi e governa me che ti fui affidato/a dalla pietà celeste. Amen. SALVE O REGINA. Salve O Regina, Madre di misericordia, vita e dolcezza e speranza nostra, salve. A te ricorriamo esuli figli di Eva, a te sospiriamo gementi e piangenti in questa valle di lacrime. Orsù dunque avvocata nostra, volgi a noi, quegli occhi tuoi misericordiosi e mostraci dopo questo esilio, Gesù, il frutto benedetto del tuo seno. O clemente, o pia, o dolce Vergine Maria. GESÙ, GIUSEPPE E MARIA. Gesù, Giuseppe e Maria, vi dono il cuore e l’anima mia. Gesù, Giuseppe e Maria, assistetemi nell’ultima agonia. Gesù, Giuseppe e Maria, spiri in pace con voi l’anima mia. OFFERTA DELLA GIORNATA.Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Immacolato di Maria madre della Chiesa, in unione al Sacrificio eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze di questo giorno: in riparazione dei peccati e per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. PER LA FAMIGLIA.Il Dio della pace benedica e custodisca la nostra famiglia. Ci renda capaci di fare la sua volontà in tutte le nostre azioni e accresca in noi ciò che gli è gradito. Amen. ATTO DI FEDE.Mio Dio, perché sei verità infallibile, credo tutto quello tu hai rivelato e la santa Chiesa ci propone a credere. Credo in te, unico vero Dio in tre persone uguali e distintamente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Credo in Gesù Cristo, Figlio di Dio incarnato, morto e risorto per noi, il quale darà a ciascuno, secondo i meriti, il premio o la pena eterna. Conforme a questa fede voglio sempre vivere. Signore accresci la mia fede. ATTO DI SPERANZA.Mio Dio, spero dalla tua bontà, per le tue promesse e per i meriti di Gesù Cristo nostro Salvatore, la vita eterna e le grazie necessarie per meritarla con le buone opere che io debbo e voglio fare. Signore, che io possa goderti in eterno. ATTO DI CARITA’Mio Dio, ti amo con tutto il cuore sopra ogni cosa, perché sei bene infinito e nostra eterna felicità; e per amore tuo amo il prossimo come me stesso e perdono le offese ricevute. Signore, che io ti ami sempre più. PREGHIERA QUOTIDIANA: "SEGRETO DI SANTITA’ ".O Spirito Santo, anima della mia anima, io ti adoro, illuminami, guidami, fortificami, consolami, dimmi quello che devo fare, dammi i tuoi ordini: ti prometto di sottomettermi a tutto quello che desideri da me e di accettare quello che permetterai che mi succeda. Fammi soltanto conoscere la tua volontà! Amen |
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. |
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